Seminario di Matera 7 Agosto 1862
Mio Carissimo Mincuccío
Ora sì sono soddisfatto soddisfattissimo. In leggere la tua lettera mi é
sembrato avere con te una di quelle lunghe e piacevolissime conversazioni che
rallegrano la mestissima monotonia dei giorni di Seminario
Mi compiaccio assai de' tuoi vani studi, del profitto che ne trai, delle lodi
che hai ben meritate e finalmente anche de' divertimenti, nei quali si vede
frammischiato 1'utiledolce di Orazio. Io ti auguro tutto il bene possibile, e
vivo nella certezza che, mantenendo i tuoi proposìti, diverrà realtà cìò che tu
chiami utopia, e camminando a passi accelerati, come fai, giungerai alla meta
prefissata, e sarai un giorno salutato come scienziato e come poeta drammatico.
Dà sfogo all'anima tua adunque, scrivi e non sentire troppo Madonna Modesta, che
ti consiglia a nascondere agli occhi altrui, senza necessità i pregi, onde ti
dotò natura. Il giudìzio che dai di codesta città è da me ritenuto non come
giudizio di un pessimista, ma come quello di uno che avendo un'anima vergine e
nobile, dopo analizzate le cose, si sdegna della corruttela del secolo e se ne
allontana perchè non fosse da essa macchiata. In questa parte ti lodo, ma
nell'altra, che riguarda il dispotismo che eserciti sovra il cuore, io non ti
posso affatto lodare. E perché tenere addormentata il povero cuore? (...).
Gradisco la tua sincera approvazione intorno al mio divisamento, che certo sarà
battezzato con tanti epitoti diversi (...). I tuoi consigli mi sono giunti così
cari che io voglio che me ne favorissi altrettali...
Addio addio. Sono con tutto il cuore.
Il tuo Valentino
Fonte: Epistolario Ridola.Testimonianze
di vita materana nei primi anni post-unitari - A cura di M. Padula Edizione BMG,
Matera, 1988 |