Miglionico 12 Giugno 1862
Amico mio carissimo,
Da lungo tempo proposi di scriverti poche righe, ma non mai mi è venuto il
destro di farlo. Ciò non è stato per mancanza di quella sincera ed immensa
affezione verso di te spiegata e nutrita, ma bensì per la direzione che
ignorava. Ora che ho felice e sicura occasione a farti pervenire questi
comechesiano miei caratteri ti scrivo ma alla più breve che posso, per solo
esprimerti le mie congratulazioni per la prima prova che hai costà dato del tuo
valentissimo ingegno. Questa nuova giuntami inaspettata, ed in un
momento in cui stava quasi oppresso da mestizia, mi empì della più viva gioia e
della più dolce commozione. Che deggio più dirti, amico mio? Mentre con tutta l'ardenza
del cuore prego Dio che ti conservi non solo, ma ti aumenti accora i meriti
della tua nobile mente, secondo sono i voti del tuo cuore, lo prego insieme,
che mi liberasse dall'ozio in cui io qui marcisco, e profondamente gemo. E mi
struggo dal desiderio e dalla speranza di presto vedere quel momento, in cui
Egli che ha per me solo permesso una tanta sciagura, sappia presto
ristorarmene.
Scusami, ho scritto forse più lungamente ch'io credeva, e contro la promessa che
di sopra t'ho fatto; ma ciò perchè dopo lungo silenzio si corre naturalmente nel
rischio di divenir chiacchierone, tante sono le cose che si vorrebbero dire.
Consolami dunque, caro amico, con qualche tua lettera, e mettimi a giorno del
tuo stato, delle tue occupazioni, e dimmi pure chi siano i tuoi compagni, che io
conosco.
Tante cose per me a Miraldi, ed abbracciandoti di cuore, sono
Tuo aff.mo amico Domenico
Fonte: Epistolario Ridola.Testimonianze
di vita materana nei primi anni post-unitari - A cura di M. Padula Edizione BMG,
Matera, 1988 |