PISISTRATO, IL BUON TIRANNO
Nel 560 a.C. Atene, come intanto accadeva anche
in altre città greche, trovò nella tirannide una parziale soluzione dei
suoi problemi.
Pisistrato, un aristocratico che si schierò
dalla parte dei poveri e ottenne il loro appoggio armato, infranse le leggi
della polis, abolì l'Assemblea e assunse i pieni poteri. Oggi diremmo che
instaurò una dittatura abolendo il Parlamento e le garanzie costituzionali dei
cittadini. Egli tuttavia usò il suo potere per risolvere i gravi problemi
sociali della città; infatti ridistribuì le terre, togliendo ettari ed
ettari di terreno ai ricchi per darli ai piccoli contadini.
Gli aristocratici che si opposero furono sterminati o esiliati senza
processo; altri accettarono le riforme e riuscirono così a mantenere parte dei
loro privilegi.
Gli anni di Pisistrato furono complessivamente anni di pace e di benessere; i
mercanti intensificarono i loro commerci e la città si arricchì di opere
d'arte.
Per incarico personale del tiranno, inoltre, fu compiuta un'impresa culturale di
importanza storica: l'Iliade e l'Odissea furono
trascritte in caratteri alfabetici su papiro e conservate negli archivi
della città.
Grazie a questa decisione esse sono giunte a noi; altrimenti, poiché erano
affidate solo alla memoria dei poeti e alla recitazione orale, sarebbero andate
certamente perdute.
Nel 528 a.C., però, quando Pisistrato morì, i suoi figli non
riuscirono a evitare che la lotta sociale scoppiasse di nuovo.
Furono giorni di grande violenza che determinarono ad Atene la caduta
della tirannide.
Testo
multimediale eseguito dalla prima sez. I nell'attività laboratoriale di
alfabetizzazione informatica - A.S. 2002-03 - Prof. Antonio Labriola
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