Giuseppe Pace
nacque a Miglionico il 28 Ottobre 1928 da Michele
(calzolaio) e Anna Maria Taddonio (casalinga).
Suo padre, dopo la crisi della produzione manuale delle calzature
con la produzione a livello industriale e dopo alterne vicende
personali, divenne Procaccia postale, mentre sua madre fu assunta
quale bidella nelle Scuole Elementari del paese. Di famiglia,
quindi, economicamente abbastanza modesta con tre figli dei quali
è ultimogenito, frequentò il ciclo della scuola dell'obbligo e,
per qualche mese, la scuola media del Convitto-Scuola "Rinascita"
di Genova. Di formazione essenzialmente autodidatta, ha
frequentato corsi interregionali e nazionali presso l'Istituto
Superiore di studi comunisti in Roma.
Dopo l'assolvimento dell'obbligo scolastico, per qualche
anno, aiutò i suoi genitori nei loro lavori quotidiani i quali
speravano che si avviasse a svolgere un lavoro artigianale. Infatti
frequentò una falegnameria e la piccola officina di meccanico armaiuolo di Pasquale Porpora. In verità il giovane "Peppino" si
sentiva attratto dalle discussioni politiche.
In quel periodo, infatti, subito dopo la caduta del Fascismo,
cominciarono a Miglionico i primi fermenti di attività politica
dovuti, soprattutto, alla presenza dell'Avv.
Michele Bianco, autorevole figura dell'antifascismo militante
che, tra la fine del 1943 e l'inizio del 1944, costituì la
Federazione Provinciale del PCI e di molte sezioni comunali, fra
cui quella di Miglionico.
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Michele Bianco ebbe su di lui una forte influenza contribuendo in
modo determinante alla sua formazione e alla sua attività
politica. Divenne un togliattano convinto e fu sempre legato alle
posizioni espresse da Giorgio Amendola al quale si sentiva
legato anche sul piano personale.
Già nelle prime elezioni amministrative, dopo il Fascismo,
partecipò alla campagna elettorale, anche se non ancora elettore,
a sostegno della lista dei socialcomunisti e come attivista nella
successiva campagna per l'elezione della Costituente e
per il referendum istituzionale del 2 Giugno 1946.
Subito dopo costituì il Circolo Giovanile Comunista e partecipò al
Congresso Nazionale del Fronte della Gioventù Comunista che ebbe
luogo a Bologna.
Con il compimento del 18° anno di età, così come previsto dallo
statuto, entrò come tesserato nel PCI rinnovando la tessera fino
alla trasformazione dello stesso in Partito Democratico della Sinistra
(PDS) al quale rimase iscritto per un solo anno.
Nel PCI divenne quasi subito Segretario di sezione e, nel
Congresso Provinciale, che ebbe luogo dopo il grande movimento
dell'occupazione delle terre, fu eletto nel Comitato Federale. Nel
1950 fu chiamato a lavorare in Federazione Provinciale; in seguito
entrò nella Segreteria Provinciale; nel '59 divenne vice
segretario della Federazione e le '64 succedette, quale segretario
provinciale, ad Antonio Ventura, incarico che mantenne per oltre
quattro anni; in seguito ebbe incarichi nella segreteria
regionale.
In quegli anni, con la scoperta del metano nella Valle del Basento,
si sviluppò la grande lotta per l'industrializzazione della quale
Giuseppe Pace fu uno dei protagonisti. Al Congresso Nazionale del
PCI del 1966 fu eletto nella Commissione Centrale di Controllo che,
insieme al Comitato Centrale, costituivano i massimi organismi
nazionali del Partito Comunista Italiano (prima di lui, tra i
lucani, solo Michele Bianco aveva fatto parte di tale
organismo).
Nel corso degli anni ha partecipato ai lavori del
Partito Comunista Italiano in vari settori di attività, fra cui
commissione
di organizzazione, enti locali, sanità e sicurezza sociale,
emigrazione, anche con formazione all'estero.
Nel
1952, eletto consigliere comunale nella lista della sinistra,
capeggiò il gruppo di opposizione. Nel 1956 la sua lista conquistò
la maggioranza relativa e divenne sindaco, carica che occupò per
l'intero mandato. Nelle amministrative successive (1960) la lista
della sinistra conquistò la maggioranza assoluta e Giuseppe Pace divenne
nuovamente sindaco. Questo secondo mandato lo esercitò solo in
parte, sia per i suoi impegni politici a livello provinciale e
regionale che per l'azione persecutoria della Prefettura di
Matera. Fu sostituito dall'assessore anziano Angelo Buono e
poi dal nuovo sindaco Domenico Mucci.
Nei periodi in cui occupò la
carica di sindaco partecipò a congressi nazionali di
organizzazioni dei comuni, quali l'ANCI, la
Lega per le Autonomie Locali della quale, nel 1969, al Congresso
di Bologna, fu eletto Consigliere Nazionale. In qualità di Sindaco
di Miglionico fu tra i promotori della costituzione del Consorzio
Industriale di Matera e fece parte della sua assemblea, il
Consiglio Generale.
Durante le prime elezioni regionali del 1970 fu eletto consigliere, dedicando il massimo impegno in modo
particolare ai problemi della sanità e sicurezza sociale,
dell'emigrazione, dell'agricoltura, istituzionali e
amministrativi. Durante gli ultimi tre anni del suo
mandato fu eletto Presidente del Consiglio Regionale.
Con la crisi dei partiti, in seguito ai fatti di tangentopoli,
insieme ad un gruppo di amici di varie estrazioni politiche di
sinistra, costituì il Centro di Iniziative e di Analisi Culturale
e Politico (CIACP), sostenendo che si può e, anzi, si deve
continuare a fare politica con rinnovata passione anche senza una
diretta presenza nei partiti.
Giuseppe Pace mori a Matera il 12 Dicembre 2016
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MIGLIONICO.
Lutto nel mondo della politica e della cultura del Materano.
All’età di 88 anni è scomparso Giuseppe Pace ex sindaco
di Miglionico ed ex consigliere regionale. Protagonista di
spicco dell’attività politica, quale militante del PCI (Partito
Comunista Italiano), Pace è morto a Matera, ieri mattina (lunedì
12 dicembre), verso le 6,30, nella sua abitazione, in via
Nazionale. Era malato da alcuni mesi. Il suo nome è
indissolubilmente legato all’impegno politico. Di famiglia
economicamente povera, “Peppino” (come amorevolmente era
chiamato in paese) è stato un’autodidatta della politica: negli
anni Cinquanta diventa segretario cittadino del PCI ed entra a
far parte della Federazione provinciale del partito. Nel 1952
viene eletto per la prima volta consigliere comunale di
Miglionico nella lista di sinistra: è capo gruppo di
opposizione. Poi, nel 1956 la sua lista conquista la maggioranza
relativa e diventa sindaco del paese, carica che occupa per
l’intero mandato. Nelle elezioni amministrative successive
(1960), Giuseppe Pace si conferma nuovamente sindaco. Resta in
carica per due anni: nel 1962, per i suoi impegni politici a
livello provinciale, si dimette dalla sua carica di sindaco e
lascia l’Amministrazione comunale: nel 1959 era diventato vice
segretario provinciale della Federazione. Negli anni Sessanta,
con la scoperta del metano nella Val Basento, vi svolge un ruolo
di primo piano nel processo di industrializzazione. Al congresso
nazionale del PCI del 1966 viene letto componente della
Commissione centrale di controllo che, unitamente al Comitato
centrale, costituivano i massimi organismi nazionali del PCI:
prima di lui, tra i lucani, solo il deputato Michele Bianco
aveva fatto parte di tale organismo. Nel 1970, alle prime
elezioni regionali, viene eletto consigliere per il PCI. E
durante gli ultimi tre anni del suo mandato ricopre la carica di
presidente del Consiglio regionale. Negli anni Novanta, insieme
a un gruppo di amici di varie estrazioni politiche di sinistra,
costituisce a Matera il “Centro di iniziative e di analisi
culturale e politico (CIACP), affermando che “si può e, anzi, si
deve continuare a fare politica con rinnovata passione anche
senza una diretta presenza nei partiti”. Commosso il ricordo che
ne traccia il prof. Domenico Lascaro, dirigente scolastico
miglionichese in pensione: “Con la scomparsa di Giuseppe Pace –
dice - se ne va un pezzo di storia politica regionale. Lascia
in eredità la sua capacità di elaborazione e proposta politica,
unitamente alla sua libertà di pensiero, quella di un leader
che, spesso, ha saputo essere anche una voce critica all’interno
del suo partito”. Lascia la moglie Angela Abatangelo, due figli,
Michele e Pasquale e quattro nipoti: Alessandra, Paride, Angela
e Bianca. I funerali si svolgeranno oggi, a Matera, alle 15,
nella chiesa di San Rocco. Giacomo
Amati (13.12.2016
da La Gazzetta del Mezzogiorno)
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