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Polittico di Cima da Conegliano

GIUSEPPE PACE

REGIONI RESISTENZA COSTITUZIONE -  INCONTRO DEGLI UFFICI DI PRESIDENZA DELLE REGIONI ITALIANE (TORINO 4 DICEMBRE 1973)

TORINO, 4 DICEMBRE 1973

Intervento di Giuseppe Pace - Vice Presidente del Consiglio Regionale di Basilicata

Intanto mi corre l’obbligo di giustificare l’assenza a questo incontro del presidente del Consiglio che, come diceva il presidente Oberto, è stato bloccato dalla neve; quindi la delegazione è stata ridimensionata e limitata al sottoscritto.

La Basilicata è una regione che sostanzialmente non ha conosciuto sul proprio territorio la guerra di Liberazione nazionale, è una Regione che ha partecipato alla guerra di Liberazione attraverso i suoi figli sparsi, a causa degli eventi bellici, nelle diverse zone d'Italia, soprattutto nel Nord d'Italia; tuttavia non sono mancate, anche in una regione come la nostra, episodi importanti di insurrezione armata: mi riferisco essenzialmente a quello di Matera del 21 settembre 1943, ma anche a quello di Rionero in provincia di Potenza. Fu una delle prime città del Mezzogiorno d'Italia, Matera, ad insorgere contro i tedeschi oppressori, tant'è che recentemente la collettività nazionale l'ha riconosciuta attraverso la concessione di una medaglia d'argento al valor militare alla nostra città. Avevamo intenzione e come Regione e come amministrazione comunale di Matera, di celebrare quest'anno il trentesimo anniversario di quegli eventi ed era prevista la presenza dell'onorevole presidente della Repubblica, ma altri fatti non meno importanti che ci richiamano alla realtà della questione meridionale (cui accennava Sanlorenzo) cioè la presenza di focolai colerici non in Basilicata, ma nella vicina Puglia e nella vicina Campania, fecero saltare, come si dice, questa celebrazione.

Abbiamo allo studio dell'Ufficio di presidenza del Consiglio Regionale diverse iniziative in direzione della celebrazione della Resistenza, alcune delle quali ispirate a quelle che sono state prese in Piemonte. Stabilito che non abbiamo grosse fabbriche nella Basilicata, riteniamo di volgere lo sguardo essenzialmente, ma non esclusivamente, alla scuola. Pensiamo pure che la scuola debba essere al centro di queste celebrazioni per le ragioni che sono state dette in apertura di questo incontro dal presidente del Consiglio Regionale del Piemonte. Queste, ripeto, sono iniziative allo studio dell'Ufficio di presidenza, ma pensiamo anche noi di distribuire, curandone la pubblicazione, la Costituzione e lo Statuto regionale nelle scuole e nelle poche fabbriche che abbiamo nella nostra regione. Pensiamo però di interessare anche più direttamente gli alunni delle scuole medie superiori ai temi legati alla Resistenza attraverso un tema‑concorso i cui premi possano consistere non in denaro, ma nella pubblicazione dei primi cinque temi classificati. Anche noi vogliamo mandare a visitare i campi di sterminio gli studenti che si saranno distinti nella redazione del tema e per il 25 aprile del prossimo anno vogliamo organizzare un pellegri­naggio al sacrario delle Fosse Ardeatine in Roma.

Le proposte che sono state avanzate qui nel corso della introdu­zione del presidente e nella relazione del vicepresidente Sanlorenzo,mi trovano consenziente, sono perfettamente d'accordo sulla esigenza di una celebrazione simultanea della Resistenza anche se articolata, fatta in ogni singola Regione, faccio però una proposta (si dirà nel corso degli interventi se è accettabile) cioè non escluderei l'eventualità di una celebrazione nazionale ed unitaria organizzata dalle Regioni intorno alla data del 2 giugno o del 25 aprile.

Credo che le Regioni meridionali ;è stato anche sottolineato da Sanlorenzo) non debbano porre meno impegno delle altre Regioni di Italia nel celebrare la Resistenza, appunto non come un fatto che or­mai appartiene alla storia e al passato e che al massimo si deve conoscere per arricchire le proprie conoscenze, ma come momento di bat­taglia per lo sviluppo delle condizioni del Mezzogiorno, se si vuole evitare che forze eversive cerchino una base di massa facendo leva sul malcontento, a volte giustificato, anzi molto spesso giustificato di larghi strati popolari e del ceto medio.

Nel nostro Consiglio Regionale recentemente abbiamo votato un ordine del giorno relativo alla localizzazione di un'industria della Pirelli in Basilicata. Ebbene, abbiamo colto l'occasione per sottolineare tutto l'apprezzamento del Consiglio Regionale di Basilicata per quanto hanno fatto gli operai della Pirelli in sede di trattative per il contratto collettivo con l'azienda ponendo fra le rivendicazioni quella della lo­calizzazione della fabbrica nella Valle del Basento; analogo apprez­zamento ovviamente va agli operai della Fiat e dell'Alfa Romeo che in questi giorni hanno posto fra le loro rivendicazioni quella appunto degli investimenti nel Mezzogiorno d'Italia e in modo concreto come contribuire sul piano nazionale per far sì che la questione meridionale,

oltre che essere riconosciuta come questione nazionale si ponga seria­mente come fatto da affrontare e risolvere certo nell'interesse delle regioni meridionali, ma noi riteniamo anche nell'interesse più generale della società.

Un'ultima cosa vorrei dire a proposito degli incontri tra i giovani del Nord e i giovani del Sud, tema posto da Sanlorenzo. Sono perfettamente d'accordo che ciò potrà contribuire a far si che i giovani del Mezzogiorno, gli operai, i contadini conoscano i luoghi e i protagonisti di tante lotte di Liberazione, così come credo non sarà superfluo per i giovani delle città del Nord vedere i luoghi e i protagonisti (almeno quelli che sono ancora in mezzo a noi) di tante battaglie per il riscatto del Mezzogiorno e per la realizzazione di uno dei problemi di fondo della società meridionale, quello della riforma agraria.

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