GROTTOLE.
Fiamme alte, frasche, preghiere, poesia, fumo nell'aria
e gioiosa compagnia a Grottole per la festa di San
Giuseppe. Dopo la messa celebrata in Chiesa Madre, il
parroco don Gabriele Chiruzzi ha benedetto il falò
realizzato dai bambini della scuola dell'infanzia di
Grottole. La manifestazione, 'Versi in fiamme',
organizzata dal comune di Grottole - Area turismo e
spettacolo - da Silvio Donadio, in collaborazione con
l'associazione 'Matera Poesia 1995', ha visto
avvicendarsi nella lettura di poesie diversi autori di
cui riporteremo di seguito i versi: Carmelo Caldone,
Nunzia Dimarsico, Margherita Lopergolo.
Quella del falò di San Giuseppe è un'usanza
ancora
fortemente sentita a Grottole dove si avverte una forte
cultura della partecipazione, il sapore di cose semplici
e valori umani custoditi con solidarietà familiare che
sanno di altri tempi. Nella tradizione popolare San
Giuseppe era il santo protettore dei poveri e degli
abbandonati. Con l'occasione dei fuochi si vuole
ricordare il peregrinare della coppia di sposi che si
vide rifiutata la richiesta di riparo per il parto.
L'accensione dei fuochi, consuetudine diffusa nelle
campagne, è nata da esigenze pratiche come quella di
bruciare gli arbusti della potatura e il residuo dei
raccolti dei campi ed è stata associata alla
celebrazione del Santo nel '700. Enormi cataste di legna
e rovi secchi vengono accesi affidando al fuoco
l'abbondanza del raccolto,il benessere degli uomini e
degli animali e la lotta al male. Con la festa di
San Giuseppe si saluta l'inverno e si comincia a
respirare il profumo di primavera oltre ad un'atmosfera
che coinvolge tutti. Sorprende vedere come rimanga ben
salda nella tradizione popolare della comunità
grottolese una devozione al Santo che sprigiona un tale
sapore di Vangelo che ogni passante può dire "Il Signore
io non lo vedo, ma qui in mezzo a voi lo sento".
Questa comunità partecipante ci insegna che il mondo non
è solamente quello distante e lontano ma anche e
soprattutto quello che ci circonda, che siamo chiamati a
vivere oggi, qui, ora: è la nostra parrocchia, la nostra
comunità, la nostra città. Da Grottole un
messaggio di luce: che il falò sia uno stimolo perché la
comunità intera volga costantemente lo sguardo al
Signore. Margherita Lopergolo
Margherita Lopergolo |
La morte
di Giuseppe
Giuseppe morente
l'occhio anelante
il pallore del volto.
Gesù carezza il padre
per rianimarlo e
gli bacia la mano.
Nella stanza
il respiro del morente.
"Grazie Padre mio giusto'.
Sorgerà a te la luce
e ti cingera'in un abbraccio divino".
La fine è imminente
Giuseppe si spegne
senza sussulti.
Un fulmine divide la sua casa
e lo spirito passa
dalla morte alla vita.
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Nunzia Dimarsico |
Nello
stupore
Stupiremo la sera con i risi annebbiati
e con le labbra macchiate di un canto assopito.
Stupiremo chi d’innanzi si muove
nel suo sano principio
e incateneremo la gioia allo spazio terreno.
Stupiremo noi stessi
delle parole taciute negli sguardi rubati
e nei colori nutriti dall’aria ribelle.
Saremo lì per sempre
a dilatare un momento dentro un pensiero perenne
e ci ritroveremo nel silenzio animato
per regalarci la fiamma che ricuce la vita.
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Carmelo Caldone |
LA
BOTTEGA DI MIO PADRE
MANISCALCO
Sul fianco della collina
dove il paese va spogliandosi
delle ultime vecchie case,
ancora rimane quella piccola bottega
di mio padre maniscalco…
Seppur di pietre eterne
che il tempo mai avrebbe scalfito,
io ora le rivedo,cedute,
spaccate dai miei ricordi di pianto…
Là che va la timida civetta
a dormire di giorno stanca
nasconde ombre di memoria sotto l’ala
che poi involandosi le libererà al cielo…
Là che il sole lascia frammenti
sulle tegole antiche
quali aloni di nostalgici abbracci…
sul fianco della collina
in quella piccola bottega,
con maestria batteva i chiodi,mio padre
sugli zoccoli nudi dei cavalli…!
……Senza far male…! |
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