MIGLIONICO. Un vigneto distrutto.
Quasi del tutto. Presumibilmente, dall’assalto furioso,
violento, di un branco di cinghiali famelici. Quest’anno, la
vendemmia dell’uva da vino e di quella da tavola s’è conclusa
ancora prima di cominciare. Per Giovanni Matera, 76 anni,
vignaiolo miglionichese per passione, il suggestivo rituale
della raccolta dell’uva non è stato per niente gioioso come,
invece, è accaduto tante volte negli anni passati. Al contrario,
ha rappresentato un’esperienza angosciante che ha causato
all’anziano agricoltore uno stato d’animo di sconforto. “Nei
giorni scorsi – racconta il vignaiolo, visibilmente amareggiato
– mi sono recato di buon’ora, com’è mia abitudine ormai, nel mio
piccolo podere di campagna, in contrada “Sant’Antuono”, distante
pochi chilometri dalla diga di San Giuliano. Appena mi sono
avvicinato alla vigna, davanti ai miei occhi s’è presentato uno
scenario di distruzione: nei primi cinque filari del vigneto,
strutturato con piante a ceppo, dai tralci degli alberelli,
c’erano soltanto raspi penzolanti senza acini d’uva; per terra,
solo foglie semi lacerate e acini di uva schiacciati; nell’aria
il profumo del mosto, come se, sul posto, fosse già avvenuta la
pigiatura dell’uva. Sono rimasto scioccato. Mi veniva da
piangere. Al momento di tirare le somme di un’intera annata di
lavoro – conclude Matera – mi rendevo conto che le mie fatiche
di un anno intero non sarebbero state ripagate”. Cos’era
successo? E’ verosimile che, di notte, il vigneto, non protetto
da alcuna recinzione, sia stato assalito e saccheggiato da
numerosi cinghiali, provenienti, con molta probabilità, dalla
boscaglia, il loro habitat naturale, che costeggia il vicino
fiume Bradano. “Ho subito un danno di circa 400 euro – conclude
il vignaiolo - e quest’anno, purtroppo, dovrò accontentarmi di
un paio di quintali di vino. Non sarà sufficiente neppure per
sopperire al fabbisogno familiare”. |