MIGLIONICO.
Biologica e
sostenibile. Quasi
tradizionale. Sono
queste le
caratteristiche
essenziali
dell’agricoltura
miglionichese.
Tratti distintivi
che, da sempre,
fanno da bussola per
gli agricoltori
locali, impegnati a
coltivare, per lo
più, piccoli
appezzamenti di
terra. Ma proprio
l’agricoltura,
settore primario
della locale
economia e
principale fonte di
sviluppo e di
reddito per parecchi
nuclei familiari,
nei giorni scorsi,
il 26 agosto, è
stata colpita “al
cuore” da una
violenta grandinata
che, nel giro di
mezz’ora, ha
devastato quasi
tutte le contrade
dell’agro. Dopo
un’attenta
ricognizione dei
danni subiti, s’è
capito che il
settore dell’ulivicoltura,
unitamente a quello
della viticoltura,
sono stati quelli
più danneggiati. Al
punto che ne è stato
compromesso il
raccolto, nella
misura che sfiora il
sessanta per cento.
Un prodotto
assolutamente
biologico, ottenuto
grazie ad una
coltivazione della
terra che viene
attuata in modo
moderno, in virtù
dell’utilizzo dei
mezzi meccanici, ma
che si fonda
sull’uso biologico
dei concimi. Nella
maggior parte dei
terreni dell’agro,
infatti, si
privilegia ancora il
sistema di
fertilizzazione
organica della
terra. Del resto,
l’agricoltore
miglionichese resta
fondamentalmente un
contadino legato al
suo fazzoletto di
terra, da cui ricava
un prodotto che
basta per soddisfare
il fabbisogno
familiare. Tranne
alcune eccezioni, “a
Miglionico non si
pratica
un’agricoltura
intensiva – spiega
Nino Comanda, 74
anni, ex capo diga
di San Giuliano,
contadino per
passione – bensì si
attua una
lavorazione della
terra sostenibile,
basata sul rispetto
dell’ecosistema,
volta a tutelare la
qualità della vita
dell’uomo e
dell’ambiente
circostante”. Il
progetto di lavoro
della terra, in
altre parole, vuole
favorire la
conservazione della
biodiversità del
territorio rurale. E
nella produzione
agroalimentare non
vengono utilizzati
fertilizzanti
chimici e neppure
diserbanti volti a
proteggere le
coltivazioni
dall’attacco delle
erbe infestanti e
dei parassiti. Il
cui uso,
soprattutto, quando
avviene in quantità
elevate, finisce col
causare inquinamento
ambientale,
dell’aria e delle
falde acquifere
sotterranee. In
definitiva, la
tutela dell’ambiente
e la genuinità del
raccolto sono gli
elementi distintivi
dell’agricoltura
locale. Resta da
precisare, però, che
tale settore non
rappresenta ancora
un’opportunità di
lavoro ambito e
attrattivo per la
maggior parte delle
nuove generazioni
miglionichesi.
Motivo: non è
redditizio, non è
appagante, sotto il
profilo dello status
sociale, ed è
giudicato faticoso,
in quanto implica un
dispendio
consistente di
energie fisiche,
benchè l’utilizzo
dei mezzi meccanici
abbia liberato
l’uomo dalla
schiavitù della
fatica eccessiva.
Poi, va considerato
che il settore
agricolo, per sua
natura, è quello più
legato alla
“stagionalità” del
lavoro: ovvero, è
fortemente correlato
al ciclo stagionale
delle attività. In
virtù di questo
aspetto, è possibile
cercare
un’occupazione
temporanea: in
primavera, ad
esempio, parecchie
aziende
agroalimentari del
Metapontino offrono
opportunità di
lavoro per la
raccolta degli
ortaggi e della
frutta. Tuttavia, il
settore agricolo non
sembra essere una
fonte di lavoro
ambito per il
futuro. |