MIGLIONICO.
Sgomento e dolore. Questi i sentimenti prevalenti in paese nel
giorno del lutto cittadino per i funerali dei fratelli Francesco
e Giovanni Ragone, vittime sabato scorso, in contrada “Basento”,
in un podere di campagna di loro proprietà, di un terribile
incidente sul lavoro causato, verosimilmente, da un guasto
meccanico al sistema dei freni della mietitrebbiatrice. Entrambi
i fratelli hanno lasciato moglie e tre figli. Ieri, il doloroso
addio. L’ultimo e commosso saluto nel giorno del lutto
proclamato dal sindaco Franco Comanda in “segno di cordoglio e
di vicinanza alle famiglie Ragone”. Bandiera a mezz’asta al
municipio e serrande dei negozi commerciali abbassate, secondo
la sensibilità dei rispettivi titolari. Chiesa Madre, gremita di
cittadini miglionichesi, pomaricani, ma anche di altri
provenienti da Marconia (paese di origine di Bice Tangredi,
consorte di Giovanni) e da Abriola (paese di origine di Gina,
moglie di Francesco). Presenti anche autorità civili e militari,
tra cui, il luogotenente Francesco Grasso, comandante
della locale caserma dei Carabinieri, e Maria Fabrizio,
comandante della Polizia locale. Tra le autorità civili, il
consigliere regionale Luca Braia, il sindaco di
Miglionico, Franco Comanda e l’assessore comunale di
Pomarico, Beatrice Difesca, entrambi con addosso la
fascia tricolore. Il rito funebre è stato celebrato da mons.
Antonio Giuseppe Caiazzo, arcivescovo della diocesi di
Matera-Irsina, coadiuvato da don Mark Stanislaus, don
Giuseppe Tarasco (ex parroco di Miglionico), don
Giuseppe Centonze (diacono) e don Nicola Gurrado
di Pomarico. In chiesa, lacrime di dolore, preghiere e silenzio.
Un silenzio interrotto, a tratti, dai singhiozzi di pianto dei
sei figli dei due agricoltori, Francesco e Giovanni e dagli
applausi scroscianti che, tra i banchi della chiesa, i fedeli
hanno fatto partire a conclusione della messa. Il pianto, la
preghiera e la tristezza degli sguardi sono stati i mezzi di
comunicazione prevalenti. Unitamente alle parole ed alle
riflessioni espresse dall’arcivescovo Caiazzo nel corso della
sua omelia che ha rappresentato il momento più toccante: “Sabato
scorso, nella campagna delle due famiglie Ragone, nel momento
della tragedia, sotto il sole cocente – ha osservato
l’arcivescovo – è come sceso il buio e la luce del sole è stata
oscurata dalle tenebre”. Poi, la domanda: “Perché sono morti”?
Si tratta di un interrogativo, cui “non si può dare mai una
risposta, perché la morte è sempre ingiusta”. La loro vita “è
stata una lezione di vita”.
MIGLIONICO.
“Sabato scorso, in contrada Basento – osserva il sindaco Franco
Comanda - sono scomparsi due genitori esemplari, a causa di un
tragico incidente sul lavoro. Abbiamo perso due infaticabili
lavoratori della terra, innamorati del loro lavoro. La loro vita
terrena fatta di fatica e sudore – aggiunge il sindaco – s’è
conclusa sul campo di lavoro, ove si erano recati sin dalle
prime luci dell’alba, per garantire il fabbisogno quotidiano
alle rispettive famiglie”. Una famiglia quella dei Ragone che
già sei anni fa fu colpita da un’altra tragedia: a causa di un
incidente stradale, verificatosi sulla strada tangenziale di
Pomarico, perse la vita un nipotino di tredici anni, Giuseppe Ragone, figlio di Domenico, fratello dei due agricoltori
scomparsi sabato scorso. |