MIGLIONICO.
Come un “ruggito”.
Il “vecchio leone”
della politica
miglionichese,
Giuseppe
Dalessandro, 70
anni, ex consigliere
regionale, quale neo
consigliere comunale
di minoranza del
nuovo Consiglio
comunale, fa sentire
la sua voce, a pochi
giorni di distanza
dall’esito del voto
comunale che ha
premiato la lista
civica, “Miglionico
in comune” e il suo
capolista, Franco
Comanda, 60 anni,
neo sindaco del
paese. E’ una voce
vibrante quella di
Dalessandro che
dice: “Il voto è lo
strumento
democratico per
eccellenza e in
quanto tale ne va
rispettato l’esito.
Congratulazioni al
neo sindaco Franco
Comanda che, a capo
di una lista
camuffata da
civismo, ma di
chiara connotazione
Pd e della peggiore
Destra, ha portato a
casa ben 660 voti.
Invece, la lista
civica “Esperienza e
Futuro per
Miglionico” da me
capeggiata, con 525
voti e due
consiglieri comunali
eletti, ha ottenuto
un risultato che
ritengo eccezionale,
ancora più
importante se si
considera il breve
tempo intercorso da
quando si è
costituita la lista
e l’appuntamento
elettorale. Una
lista imperniata su
un movimento civico
ambientalista privo
di padrini politici.
Adesso, il neo
sindaco e la lista
vincente
amministreranno il
paese pur essendo
netta minoranza: a
fronte dei suoi 660
voti, il gruppo di
maggioranza, in
Consiglio comunale
si confronterà con
un’opposizione che è
rappresentativa di
circa mille
consensi, visto che
anche il candidato
Antonio Digioia del
M5S ha portato a
casa ben 386 voti”.
Poi, Dalessandro
osserva come il
“popolo dei quasi
mille” abbia voluto
archiviare un
“decennio targato Pd
(ma anche l’inutile
quinquennio
precedente) che, con
il suo uomo di punta
si è caratterizzato
per l’inconsistenza
di un’azione
politica che ha
determinato
l’arretramento di un
territorio sul quale
storicamente
insistono
potenzialità
inespresse sia sotto
il punto di vista
imprenditoriale che
culturale. Tuttavia,
appare evidente che
nella realtà non c’è
stato alcun
cambiamento, dal
momento che il neo
sindaco di
Miglionico non è
altro che
l’espressione
inconsapevole (?)
sei soliti gruppi di
potere che da anni
esercitano la loro
influenza sul potere
politico e
amministrativo per
difendere rendite di
posizione e
malcelati interessi.
Non stupisce,
quindi, la prima
scarna dichiarazione
di Comanda che
promette di voler
proseguire proprio
nel solco tracciato
dal sindaco uscente
Angelo Buono,
lasciando intendere
di non aver compreso
il messaggio degli
elettori”. Infine,
Dalessandro
stigmatizza quello
che definisce il
“silenzio
assordante” del
gruppo dirigente del
Pd locale e
regionale che, di
fronte a questa
“congiura dei
balordi” non trova
ancora le parole per
“condannare la
politica messa in
atto da un
gruppuscolo di
avventurieri”.
Un’azione politica
volta a permettere
che una “minoranza
di elettori potesse
prevalere sulla
maggioranza della
popolazione. Poi, la
stoccata finale:
“Un’azione politica
basata sul cinismo e
sulla
spregiudicatezza ha
letteralmente
disgustato la
comunità che,
incredula, è
consapevole di aver
sprecato
un’opportunità”. In
virtù di queste sue
considerazioni,
Dalessandro
sottolinea come
l’analisi del voto
vada fatta con
obiettività per
capire “chi
realmente ha vinto
le elezioni a
Miglionico”. |