GIACOMO AMATI

22 MAGGIO 2019

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Diminuisconi  api e alveari nel territorio di Miglionico

 

MIGLIONICO. Non sembri questione banale o solamente di carattere territoriale. Diminuiscono le api e gli alveari nelle contrade di campagna dell’agro miglionichese. Ma, con ogni probabilità, il problema riguarda una buona parte del territorio materano. Gli alveari sono pochi: sembrano essere quasi in via di estinzione sia i nidi naturali che le arnie artificiali appositamente costruite dai contadini con l’intento di raccogliere il miele. Di conseguenza, in paese come Miglionico è ormai certo che diminuisce la produzione del miele. Ma non è il momento di riflessione centrale delle segnalazioni che vengono dagli agricoltori locali. Si tratta, in realtà, di un fenomeno poco rassicurante: può condizionare negativamente l’ecosistema di un ambiente ove interagiscono e vivono in equilibrio i vari organismi viventi. Del problema ne parliamo con un giovane apicultore, Orazio Amati, 37 anni, di professione ingegnere, allevatore, per passione, di api “domestiche”. Un’esperienza cominciata, quasi per gioco, una decina d’anni fa. Un progetto artigianale, quasi poetico, avviato in un piccolo appezzamento di terreno di sua proprietà, in contrada “Serre”, a un paio di chilometri di distanza dal centro cittadino. Un’iniziativa portata avanti con la costruzione di sei arnie che ospitano una piccola colonia di api. Un’avventura suggestiva che rappresenta anche una difesa delle api dalle varie insidie presenti in natura. “Purtroppo, le api, di anno in anno – spiega l’apicultore - diminuiscono in continuazione a causa di molteplici fattori negativi che sono costituiti sia dai cambiamenti climatici sia dall’utilizzo sempre più frequente dei diserbanti in agricoltura. Si sa che gli antiparassitari, con la loro azione tossica, provocano la morte degli insetti e quindi anche di quelli preziosi come le api”. Quali sono le azioni positive che svolgono le api? “Si tratta di insetti amici dell’uomo – osserva Amati – perché oltre a produrre il miele svolgono altre utili funzioni, tra cui, spicca quella dell’impollinazione, volta a favorire lo sviluppo della catena ecologica: le api, in pratica, contribuiscono in modo rilevante a favorire la riproduzione sia delle piante sia del mantenimento della biodiversità vegetale”. Poi, l’apicultore racconta che “l’ape regina che, in media può vivere anche quattro o cinque anni, è l’unica in grado di riprodursi; le api maschi, detti fuchi, non hanno il pungiglione e assolvono al compito di fecondare l’ape regina. Quest’ultima, che si nutre esclusivamente di pappa reale e influenza il comportamento di tutto l’alveare, può depositare anche due mila uova al giorno. Per la loro natura, le api non sono aggressive, ma lo diventano se percepiscono la presenza di una minaccia per la loro vita”. Una cosa è certa siamo in presenza di un indicatore ambientale che non può essere considerato alla stregua di un argomento vagamente ambientalista. Le difficoltà e perdite che il settore vive in tutto il mondo sono causate da vari fattori concomitanti: le malattie delle api, l’indebolimento del loro sistema immunitario, il cambio climatico, le modificazioni d’uso del suolo e l’aumento delle monoculture che determinano mancanza di risorse mellifere per le api (i fiori), nonché l’uso di prodotti fitosanitari, tecniche agricole non sostenibili. Con il rischio che l’Apis mellifera divenga una specie in via di estinzione, insieme con tutti gli insetti impollinatori.

Created by Antonio Labriola-Mail - 10 Luglio 1999 - Via Francesco Conte, 9  -  75100 Matera - Tel. 0835 310375