MIGLIONICO.
“Trentamila lucani
che lavorano “a
nero”. Il sommerso è
in aumento
nonostante i
controlli e le
sanzioni. Il dato,
reso noto,
dall’Alleanza delle
Cooperative,
fotografa un
fenomeno che non si
riesce a sradicare”.
In Basilicata la
platea dei
lavoratori in nero
si attesta sulle 30
mila unità. “Sono
vari i comparti
interessati dal
fenomeno – scrive
Piero Miolla su La
Gazzetta di
Basilicata del 6
dicembre 2018 – ad
iniziare dal lavoro
stagionale che
coinvolge anche mano
d’opera proveniente
da altre regioni. Il
comparto agricolo
sembra essere il più
esposto, seguito
dall’edilizia e
dalla ristorazione”.
Poi, c’è il fenomeno
del lavoro nero
nelle “cosiddette
false cooperative,
che prediligono
soprattutto i campi
e l’area del
Metapontino, la
cosiddetta
“California del
Sud”. “L’area di
evasione
contributiva
supererebbe, a
livello nazionale, i
100 miliardi di euro
all’anno. Le cifre
in Basilicata non
sono state
quantificate, ma
anche da noi
imperano i
cosiddetti
“caporali”, che
impongono salari da
fame. Offrono lavoro
sottopagato, una
piaga sociale”.
Ricattare chi cerca
un lavoro, specie i
più giovani, torma
molto semplice
quando il lavoro
latita. Difficile
ribellarsi e
denunciare. |