MIGLIONICO.
“Un dono Di…vino”.
E’ l’Aglianico. Con
il riconoscimento
“Doc” (Denominazione
di origine
controllata) nel
1971 e ancor di più
con la prestigiosa
“Docg”
(Denominazione di
origine controllata
garantita) nel 2010,
arriva il boom
nazionale e
internazionale
dell’antichissimo
vitigno, l’Aglianico,
introdotto in Italia
dai Greci.
L’agricoltura è il
vero motore della
Basilicata: ci sono
centomila unità
impiegate fra
addetti diretti e
indiretti su 570
mila abitanti. In
questo ambito, la
viticoltura, insieme
all’olivo, è un
settore trainante.
Principe dei vini
della Basilicata ed
ambasciatore della
lucanità nel mondo è
l’Aglianico del
Vulture, un vino
corposo. Viene
prodotto in vari
paesi della
Basilicata: Rionero
in Vulture, Barile,
Rapolla, Ripacandida,
Ginestra, Maschito,
Forenza, Acerenza,
Melfi, Atella,
Venosa, Lavello,
Palazzo San Gervasio,
Banzi e Genzano di
Lucania. Venne
introdotto in Italia
dai Greci. Ottimo è
anche il vino
“Grottino” che viene
prodotto a Roccanova,
così denominato per
il processo di
maturazione che
avviene nelle
caratteristiche
grotte-cantine del
piccolo paese
lucano. Poi, c’è il
vino “Matera Doc”,
il più giovane dei
vini lucani a
marchio europeo (la
denominazione è
arrivata nel 2005)
che viene prodotto
nell’intero
territorio della
provincia di Matera.
(Fonte – Gazzetta
del Mezzogiorno del
25 settembre 2018). |