MIGLIONICO.
“Basilicata come una
gruviera (piena di buchi).
All’interno del territorio
regionale ci sono 487 pozzi
petroliferi, di cui 187 sono
inattivi. Dal 1895 ad oggi
sono 487 i pozzi perforati,
di cui 216 in provincia di
Potenza e 271 in quella di
Matera; 187 sono quelli
chiusi, mentre i pozzi
attivi sono 300”.
Attualmente, i pozzi
produttivi sono 101, di cui
84 eroganti; 95 sono quelli
classificati come
potenzialmente produttivi.
“Nel complesso - scrive Pino
Perciante su La Gazzetta del
Mezzogiorno di oggi, 11
ottobre 2018 – in Basilicata
sono in vigore 10
concessioni, per un totale
di 84 pozzi in produzione
(50 estraggono petrolio e 34
metano). Secondo l’Unmig
(Ufficio nazionale minerario
per gli idrocarburi e le
georisorse), i pozzi che
sono stati perforati sul
territorio regionale dal
1895 ad oggi sono 487”. In
Basilicata c’è la zona dei
giacimenti storici della Val
d’Agri, dove da secoli ci
sono affioramenti naturali
come la sorgente del
petrolio a Tramutola.
“Nell’antichità – scrive
Perciante – le persone erano
convinte che quell’acqua
oleosa avesse effetti
curativi e la prelevavano
per pediluvi o la bevevano
per curare patologie
gastrointestinali e
addirittura il fuoco di
Sant’Antonio”. E, adesso,
qual è la situazione? “In
Val d’Agri da vent’anni è
attiva l’Eni con il Centro
olio di Viggiano. Fatica ad
avviarsi, invece, Tempa
Rossa della Total a Corleto
Perticara; mentre la Shell
starebbe cercando altri
giacimenti petroliferi verso
il confine con la Campania”. |