MIGLIONICO.
Razzia di uova fresche e di
qualità deposte da galline
ovaiole e ruspanti in un
pollaio “fai da te”,
adiacente a un casolare di
proprietà dell’agricoltore
miglionichese in pensione
Luccio Laricchezza, 75 anni,
in contrada “Pantoni”,
nell’agro di Miglionico.
Oltre trecento uova, il
“bottino” del furto, messo a
segno quotidianamente
nell’arco di una settimana
da due diabolici “ladri” che
sono entrati in azione in
pieno giorno. E’ stato un
atto doloso continuato,
compiuto con destrezza,
senza scasso e neppure senza
l’uso di chiavi e né di
grimaldelli.
L’appropriazione indebita è
stata eseguita per alcuni
giorni di seguito da due
“malviventi silenziosi”: due
serpenti che, stanchi di
dare la caccia a topi,
lucertole e ad altra
“selvaggina”, si sono
intrufolati in un pollaio e
hanno cominciato a degustare
un cibo prelibato, prodotto
tipico del casolare, uova
fresche di giornata. Che
delizia. Un lauto e
prelibato pasto. Come un
pranzo di nozze. Il tutto,
però, è stato scoperto da
un’incalzante azione di
“intelligence” del
proprietario che,
insospettito dall’improvvisa
mancanza di uova all’interno
del pollaio, ha dato al
figlio Carmine, 35 anni, il
compito di sorvegliarlo,
predisponendo degli
appostamenti mirati,
immaginando che qualche
ladro vi rubasse le uova.
Poi, l’incredibile scoperta:
all’interno del pollaio, tra
la paglia, ha sorpreso due
grossi serpenti: uno era
immobile, stava “sdraiato”
per terra, sembrava che
dormisse, dopo essersi
rifocillato per bene di quel
pasto così gustoso; l’altro
rettile, invece, non ancora
sazio, con la bocca aperta,
ingoiava interamente, come
se fossero dei piccoli
confetti le poche uova
rimaste ancora per terra.
Dopo alcuni attimi di
esitazione per quella scena
così imprevista, Carmine è
uscito dal pollaio, ha
recuperato un lungo bastone
nei pressi del casolare e,
senza farsi notare, ha
sferrato alcuni colpi in
testa ai due rettili,
uccidendoli all’istante.
Fine dell’abbuffata di uova.
Sorpresa finale: dal ventre
squarciato di uno dei due
serpenti sono uscite alcune
uova ancora integre, come se
fossero delle palle da
biliardo. |