MIGLIONICO.
Tra idealità e realtà. Tra
desideri e aspirazioni a
partecipare pienamente alla
vita sociale cui
appartengono, s’è svolto nel
Castello del Malconsiglio il
primo “meeting” dei giovani
lucani residenti sia nei 131
Comuni della Regione sia
fuori sede. Due giorni (28 e
29 di luglio) di dibattiti e
di confronto con l’obiettivo
di sviluppare una tensione
al miglioramento della
società in cui vivono. Un
raduno di oltre cento
giovani provenienti da vari
centri della Basilicata, per
dire che vogliono integrarsi
nell’attuale contesto
sociale e contestualmente
esserne una forza di
innovazione e di
trasformazione. “Vogliamo
avere più opportunità di
partecipare in modo pieno
alle problematiche della
nostra vita sociale –
osserva il miglionichese
Giulio Traietta, tra i
promotori del raduno – al
fine di vivere un rapporto
non più solo di dipendenza,
ma di interdipendenza, in
una condizione di maggiore
integrazione sociale e di
inclusione”. In pratica, i
giovani invocano una
situazione di “cittadinanza
attiva”, fruendo pienamente
dei loro diritti e dei loro
doveri. “Il raduno ha
rappresentato un modo nuovo
per esprimere le difficoltà
che vivono le nuove
generazioni lucane – si
legge in una nota del
collettivo dei ragazzi che
hanno partecipato al meeting
– che si sentono tradite e
sfiduciate e che non
riescono a comprendere in
che modo possono restare o
tornare in Basilicata”. Poi,
nel documento finale viene
sottolineato come “l’assenza
di meritocrazia e la
resistenza al cambiamento da
parte delle vecchie
generazioni, la mancanza di
ascolto e la propensione
all’individualismo”
costituiscano dei fattori
negativi che ostacolano la
partecipazione dei giovani
alla vita politica e
sociale. Ne deriva la
richiesta di maggiore
ascolto delle problematiche
dei giovani da parte della
classe dirigente, seguendo
le linee programmatiche
della nuova “Strategia
europea per la gioventù
2019-2027”, che raccomandano
di favorire un “maggiore
coinvolgimento dei giovani
nella vita amministrativa e
nella politica dei
territori, al fine di
migliorarne le abilità
cosiddette trasversali, per
aiutarli a essere più
resilienti, a pensare in
maniera differente, a fare
rete e a creare progetti
innovativi e sostenibili”.
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