MIGLIONICO.
“Generazione 1980, miraggio pensione”. Il
rischio di uscita oltre i 73 anni di età per
chi oggi ne ha meno di 37 e avrà avuto
occupazioni precarie e basse retribuzioni.
“C’è una generazione – scrive Enrico Marro
sul Corriere della Sera del 24 luglio 2017 –
quella di chi è nato dal 1980 in poi, che è
investita in pieno da tutte le riforme selle
pensioni. In particolare, la riforma Fornero
del 2011 ha aperto una prospettiva carica di
preoccupazioni”. Il governo si è reso conto
di una cosa essenziale: i lavoratori che
stanno integralmente nel sistema
contributivo possono percorrere tre strade
per la pensione. La prima, quella di
vecchiaia, richiede due requisiti
essenziali: almeno 20 anni di contributi e
69 anni d’età più 5 mesi, considerando gli
adeguamenti automatici alla speranza di
vita. Seconda via: riguarda coloro che non
riescono a raggiungere il minimo: potranno
andare in pensione posticipata solo a 73
anni e 5 mesi. La terza possibilità è
rappresentata dalla pensione anticipata a 66
anni e 5 mesi se si hanno almeno 20 anni di
contributi e l’importo maturato non è
inferiore a 1.050 euro. E’ facile vedere
come questo sistema, paradossalmente, premi
coloro che fanno i lavori migliori (stabili
e ben pagati). Giacomo Amati |