MIGLIONICO.
“All’Italia il record dei giovani esclusi”.
Non studiano né lavorano e non seguono corsi
di formazione: primi in Europa. Sono i
giovani Neet, ossia “Not in Employment
Education or Training”. L’Italia vanta, in
Europa, il non invidiabile primato nella
classifica. Sono il 19,9%, uno su cinque.
Nel nostro Paese crescono anche le persone
sotto la soglia di povertà: sono l’11,9%.
“E’ il valore più alto registrato tra i 28
Paesi dell’Ue (Unione europea) – scrive
Lorenzo Salvia sul Corriere della Sera del
18 luglio 2017 – secondo un rapporto
pubblicato dalla commissione di Bruxelles.
Quasi il doppio rispetto alla media, pari
all’11,5%. I Neet sono i giovani tra i 15 e
i 24 anni che non fanno niente di
statisticamente tracciabile, ma non stanno
tutto il giorno a penzolare sul divano o a
bighellonare per strada”. Gli psicologi del
lavoro hanno individuato gli “esogeni” che
sono comunque impegnati in una sfibrante
lotta quotidiana per entrare in un mondo del
lavoro che li rifiuta; poi ci sono gli
“endogeni”, cioè, gli scoraggiati che si
sentono inadeguati e si sottraggono al
confronto. Gli “esogeni” cercano qualsiasi
attività che li tenga dentro una linea di
socializzazione: molti di loro fanno i
volontari nelle “Onlus” come opzione di
ripiego ma pur sempre animati da una scelta
valoriale. E’ una forma di antidoto al
sentirsi Neet per “non lasciarsi andare”.
Una seconda tipologia di Neet che aborre il
divano è lo sportivo che svolge attività
sportive. La terza categoria di Neet è
quella dei giovani dediti a piccoli lavori
(cameriere, fattorino, eccetera). La quarta
categoria di Neet è quella dei laureati in
cerca di prima occupazione. Giacomo Amati |