MIGLIONICO.
Periodo ricco di soddisfazioni, artisticamente molto produttivo,
per la poetessa
miglionichese Nunzia Dimarsico. Due sue liriche,
intitolate “Il Divino” e “In uno sguardo labile”,
in virtù del loro valore artistico e letterario, sono state
inserite nell’antologia di poesie, “Venti di poesia… e
racconti”, a cura dell’associazione culturale “Matera
Poesia 1995”. Il libro, ed. “Profecta S.a.s, Matera, per
complessive 94 pagine, raccoglie 68 liriche di 34 poeti e 3
racconti di tre scrittori, che fanno parte dell’associazione
materana. La copertina del volume è firmata dall’artista
ferrandinese, prof. Nicola Pavese. L’opera vuole celebrare i
venti anni di attività culturale e letteraria dell’associazione
su indicata. “Un ventennio in cui le parole si sono intrecciate,
hanno tessuto una straordinaria tela, composto una mirabile
canzone comunitaria, dipinto un arazzo magnifico che è medaglia
per gli associati, per la città di Matera, anima territoriale e
per la regione intera”, scrive la poetessa e scrittrice
Antonella Pagano in una nota di presentazione del libro. Da
parte sua, il sindaco di Matera Raffaello De Ruggieri, nella
nota di saluto rivolta all’associazione culturale, scrive che
“il valore della poesia, universalmente riconosciuto, assume un
significato importante per le comunità nelle quali resta
immutato il suo ruolo. Matera è uno dei luoghi nei quali il
rapporto fra poesia e territori, fra scrittura e immagine
diventa lo strumento di raccordo migliore attraverso il quale
veicolare l’espressione più alta di una comunità”. Ma, cosa
dicono le due liriche firmate dalla Dimarsico? Ebbene, nei
versi di “In uno sguardo labile”, la poetessa esprime un canto
d’amore, in cui, dopo aver dato il libero sfogo al suo
disappunto per il “fuggevole momento in cui libertà e parola
s’incontrano davvero”, si compiace per la ritrovata serenità
quando “ a sera… ci ritroviamo nei mimetici silenzi ad ascoltare
la voce del cuore”. Ovviamente, la sera, nella fattispecie, non
va vista nella sua dimensione temporale, ma va interpretata come
il simbolo di un amore ricco di tenerezza e passione, capace di
nutrire, con dolcezza, l’animo della poetessa che sente battere
il suo cuore di gioia “nell’effimero sogno di un segreto”.
Stupendo! Nella seconda poesia, “Il Divino” , invece, esprime
una commovente e sublime meditazione, una preghiera. Nei versi
si fondono, in modo mirabile, la poesia e la preghiera: la
poetessa invoca l’aiuto “dell’Angelo fedele” per sostenerla a
superare “le angosce di una notte inquieta”, ovvero le
difficoltà che l’uomo incontra nella quotidianità della sua
vita. Sono versi di intensa riflessione mistica: è il dialogo
tra l’uomo e Dio. E, come d’incanto, “l’alba riaffiora nella
magia di un presente con il canto felice d’una Creatura”.
Meraviglioso! E’ così che Dimarsico “guarda” il mondo e lo
trasforma in poesia. Giacomo Amati |