MIGLIONICO.
Ho appena finito di leggere, su “Miglionicoweb”,
l’impeccabile analisi dell’attuale situazione politica italiana,
tracciata dal politologo Domenico Lascaro nell’articolo, “Aiuto!
Sono arrivate le primarie”. Significativa ed efficace la
conclusione: “Il Pd – dice il professore – dovrà favorire la
costruzione di una democrazia europea capace di affrontare le
sfide cruciali che minacciano la stessa idea di Europa”. In che
modo? “Istaurando un’autentica democrazia interna”, spiega Lascaro. Proposito saggio. Ma, con quale Pd? Con un Pd nel quale
si vive come da separati in casa? Ormai, caro Domenico, anche se
ti fa male ammetterlo, è questa la situazione politica che si
sta prefigurando in casa del Pd tra il gruppo di maggioranza che
sostiene il segretario Matteo Renzi e quello di minoranza che fa
capo all’ex segretario Pier Luigi Bersani. Nei giorni scorsi
anche Massimo D’Alema ha alzato il tiro contro il “renzismo” del
Pd, osservando come “l’enorme malessere” della sinistra del Pd
possa trasformarsi in un “nuovo partito”. Parole esplicite: la
scissione si fa ipotesi concreta. Anche se, a parole, sia
Bersani che Speranza e Cuperlo continuano ad escludere questa
eventualità. Nel partito, ormai, spirano impetuosi “venti di
guerra”. Il Pd “è finito in mano a un gruppetto di persone
arroganti e autoreferenziali”, ha dichiarato D’Alema che parla
di un “partito del capo” che esclude chi non si allinea. Nel
quale “non riesce ad incidere” la voce della minoranza. Poi,
D’Alema ha accusato Renzi di non voler tenere insieme il
centrosinistra: vuole “sbarazzarsene” perché ha già fatto il
“partito della Nazione”. Da parte sua, Bersani puntualizza che
nel Pd prevale la logica del “comando”. E Roberto Speranza ha
rincarato la dose, precisando che il Pd ha “spalancato le porte
girevoli del trasformismo, altro che rottamazione”. In pratica,
la minoranza di sinistra continua a stare dentro al Pd, ma
“guarda fuori”: c’è la sofferenza per un Pd in cui “Verdini
conta più dei fondatori”. In altre parole, Renzi viene percepito
come un “usurpatore”. Immediata la risposta del segretario
Matteo Renzi che prima osserva di “aver fatto tante cose di
sinistra” e poi accusa: “Chi mi attacca ha distrutto l’Ulivo”.
Insomma, un Pd così che futuro può costruire? Giacomo Amati |