"Delle diverse feste campestri, che celebravansi in Miglionico, o nella primavera, tra gli olezzi dei fiori e il belare delle pecorelle, o nell'autunno, tra vigne lussureggianti ed alberi carichi di odorosa frutta, una soltanto ne rimane, cioè quella della così detta
Madonna della Porticella, la quale si celebra nella seconda domenica di settembre, giorno che la Chiesa ha consacrato al nome Santissimo di Maria. Esprimere con parole la gioia ed il tripudio della intiera popolazione in quella giornata non è possibile, uopo è vederla e parteciparne, per insiememente ammirare la varietà delle diverse scene pittoresche e sentisi trasportati dalla più lieta poesia.
Qui basta sapere, che la Cappella é sita su di un colle, il quale esce per poco dal mezzo di altri due colli più elevati, e dal quale come in un panorama vedonsi da una parte i più bei paesaggi della fruttifera Miglionico, e dall'altra quelli della olivifera Ferrandina, cosicché viene ad essere posta come una porta veramente in un sito incantevole, ove respirasi aria purissima, e nel bel mezzo di un continuo voluttuoso giardino.
Posta dunque la scena in un posto così delizioso, or quando l'animo non dovrà allietarsi nel vedere una popolazione festante, svariatamente vestita, accorre alla celebrazione de' divini misteri: e dopo, processionalmente, con la Diva Vergine e Madre, stilare tra gli alberi, in mezzo alle vigne, proceduta da suoni, e accompagnata da sacri cantici, interrotti da ripetuti spari, all'eco de' quali sentonsi liete risonare le contrade? - E dopo che é terminato il rito religioso, quali altre scene bellissime e lietissime con si offrono allo spettatore?
Oh! Sì - Siccome non vi ha fondo o fondicciuolo, che non abbia la sua casetta, o capanna, così bello é vedersi brulicare quel popolo, nello spartirsi che fa in tante piccole quasi processioni da quella comune già terminata, ed avviarsi tra le siepi, con slanci di gioia, verso i loro dolci focolari, i quali da' rispettivi fumaioli mostrano da lontano un abbondante desinare essersi ivi preparato per i padroni ed amici convitati". Tratto da Notizie storiche di Miglionico...di Teodoro Ricciardi, Napoli 1867, pagg. 185-186.
E' una descrizione molto bella e romantica della festa campestre della Porticella che ancora oggi, con tanto fervore, partecipazione e devozione di tutta la popolazione di Miglionico ed anche di qualche comune viciniore (Pomarico), viene celebrata la seconda domenica di settembre di ogni anno.
IL ROMITONE DELLA PORTICELLA
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"Ai confini delle
proprietà di Miglionico,tra le terre di Pomarico e il panorama del basento, fra
due grandi colli,si erge una piccola chiesa;chiamata “chiesa della porticella”.
La tradizione vuole che un pastore,più di 500 anni fa,si fosse rifugiato sotto
un piccolo casale per sfuggire a una grande impetuosa tempesta; preso dalla
paura,il pastore iniziò a pregare e da una piccola porticina,sembra sia apparsa
la figura della madonna; egli sfuggi a quella intemperia, e per ringraziare la
madonna per la sua salvezza,costruì questa chiesa;
da qui il nome della chiesa: “Madonna della Porticella”.
Che si possa credere o non credere alle tradizioni,oggi questa chiesa trova una
sua manifestazione la seconda domenica di ogni settembre;dove grandi e piccini
si riuniscono per contemplarsi in un giorno di preghiera e per regalarsi un
giorno di relax,tra una grande quercia secolare e il cielo che spazia verso
l’infinito.
Non solo.
Questo luogo è anche meta turistica per gli appassionati di escursionismo;un
percorso è stato creato per poter vivere le vie boschive e che portano a questa
distesa di terra.
Un posto,definito da molti,come quel luogo dove puoi sempre venire per sentirti
tutt’uno con la natura.
Il classico loco de “la pace dei sensi”.
da
http://www.materainside.it/miglionico-2/"
Il seguente testo è tratto da
Miglionico. Il territorio e la sua storia
Oltre a Santa Maria delle
Grazie un ' altra cappella degna di nota è la Porticella, così detta perché
delimita il passaggio di confine dell'agro di Miglionico con Pomarico (alcuni
confondono la Porticella con la Portedda. La differenza sta nella diversa
collocazione geografica: infatti la Portedda segna il confine tra l'agro di
Miglionico e la civita materana, verso il lago di San Giuliano). Si tratta di
una piccola cappella costruita sui ruderi di un tempio pagano dedicato alla Dea
Demetra, come è ben visibile da una traccia rimasta. Qui Ettore Fieramosca
accoglieva i cosiddetti "monaci bianchi" di Montepeloso cacciati nel 1630 dal
vescovo di quella città a causa delle intemperanze nei confronti del Capitolo
della cattedrale. Attorno alla cappella è sempre il barone a far erigere una
piccola dimora per l'accoglienza dei pellegrini e dei penitenti, cacciati dalla
loro terra e impegnati ad offrire preghiera, penitenza e cibo. Diventa un luogo
particolarmente importante durante il Giubileo del 1650, poichè in quella
occasione viene costruito il tratturo che da Brindisi, passando per la foresta e
la cappella di San Priellino, giungeva alla Porticella e di là seguendo il
tratturo della transumanza, detto anche tratturo della pecora, raggiungeva a
nord il bivio Calle, Tricarico e, lungo la via Appia, Potenza, Eboli, Caserta,
Roma; a sud tale tratturo attraversava la Monferrara, Trincinaro, Castro Cicurio,
Bernalda e Metaponto. Durante il Giubileo del 1650, i miglionichesi prestano
particolare cura ai pellegrini che arrivano gravati di grosse catene ai piedi e
talvolta appesantiti da pietre legate ai fianchi o portate in mano e offrono
loro il refrigerio dell'acqua, il sostentamento del cibo, un tranquillo riposo e
talvolta si rendono per buon tratto di strada compagni nel pellegrinaggio. Per
questa occasione viene allestito sul prato un adeguato luogo di soccorso e anche
un luogo decente per la sepoltura di coloro che arrivavano affetti da malattie
incurabili.
All'interno della cappella sono riemerse delle pitture seicentesche raffiguranti
la Madonna di Costantinopoli, il Pantocratore e la Madonna del Latte. Nella
parte interna, in sinopia (traccia che il pittore incideva sul muro prima di
mettere il colore) la Madonna del Carmine, San Rocco e angeli che liberano dalle
fiamme le anime purganti e rappresentano la funzione caritativa dei monaci
bianchi nei periodi di peste, colera, tifo. L'affresco di San Vincenzo Ferrer a
medaglione reca visibili i segni di coloro che avevano terminato lunghi periodi
di penitenza (iI segno del voto compiuto consisteva in una croce adorna di
bandiera al vento).
Una grande festa viene celebrata qui nella seconda domenica di settembre. La
tradizione contadina suggerisce, in questa occasione, di consumare all'aperto il
"galluccio" arrostito alla brace e irrorato di ottimo vino locale, con pane
cotto nei forni delle "casedde", frutta varia e soprattutto i celebri e gustosi
fichi di Miglionico. Da notare che i "furni" delle casedde, una volta riscaldati
a dovere e riempiti delle vivande, venivano accuratamente chiusi e sigillati con
la creta impastata con le mani. Il convivio veniva abbondantemente bagnato con
succo di vite contenuto nello lascariedd cu canniedd", recipiente fittile a
cinque pipe da cui era possibile riempire di vino i bicchieri. Talvolta tale
intrattenimento finiva in rissa. Il fresco della notte poi domava gli spiriti
accesi. Per i meno lucidi era difficile guadare il Cornicchio per far ritorno a
casa. La festa continuava con balli e canti paesani nelle varie "aie" delle "casedde".
Si celebrava così anche la memoria di Ettore Fieramosca che, nel giorno della
Madonna, si era sempre dimostrato generoso verso i suoi "cafoni" (da antichi
tempi venivano così chiamati i coltivatori delle terre alla dipendenza dei
signori terrieri). Attualmente la ricorrenza ha assunto un carattere culturale,
sociale ed artistico, essendo in fase di estinzione la civiltà contadina con le
sue prerogative (i fichi secchi sui cannizzi, fichi infornati con mandorle, le
prugne "cascicavedd", orecchiette, capunti, fusilli con odorante sugo al
basilico, ventresca, salsiccia e altro ancora).
PER RAGGIUNGERE LA LOCALITA'
MADONNA DELLA PORTICELLA:
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percorrendo la Matera-Ferrandina, svoltare a sinistra, dopo lo svincolo di Miglionico, poco prima dell'imbocco della galleria e seguire le indicazioni poste in loco.
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