MONTESCAGLIOSO.
La scelta dell’attuale Amministrazione di realizzare all’interno del
cimitero cittadino un forno destinato alla cremazione delle salme appare
del tutto non condivisibile.
A dispetto delle opinabili rassicurazioni fornite, l’impatto ambientale
di un crematorio non è affatto trascurabile.
Basta leggere alcuni degli studi pubblicati anche da soggetti pubblici (Arpat
Toscana) per rendersi immediatamente conto dei notevoli rischi connessi
al funzionamento di tali inceneritori (riducono in cenere salme e bare).
La realizzazione di quest’opera è avvolta dagli stessi dubbi che
spinsero nel marzo 2015 i tre capigruppo di minoranza (Rocco Ditaranto,
Vincenzo Zito e Pietro Buonsanti) all’interno del precedente Consiglio
comunale a diramare un allarmante comunicato stampa sulla realizzazione
di un pirogassificatore nel territorio di Bernalda.
Quel documento (oggi ancora consultabile
https://www.montescaglioso.net/node/18214) in modo profetico
esordiva affermando che “quello che sta accadendo ultimamente è un vero
e proprio assalto al nostro territorio”.
Cosa è cambiato rispetto ad allora se non la collocazione di questo
inceneritore addirittura all’interno del nostro territorio?
Né si comprende la oggettiva utilità di tale opera, capace di generare
un misero introito di circa € 50.000 per anno e qualche posto di lavoro
(da destinare a chi?).
Quale sarebbe invece il costo sociale di una diagnosi di tumore o di
altra nefasta patologia direttamente collegata alla dispersione
nell’aria di agenti tossici prodotti dalla cremazione delle salme (vedi
su internet “Inquinamento causato dalla attività di cremazione delle
salme, un report del Dott. Ghirga”)?
La sfida dello sviluppo e della crescita della nostra comunità andava
combattuta attraverso l’inserimento di Montescaglioso all’interno della
ZES (Zona Economica Speciale).
Noi avevamo un argomento forte da porre all’attenzione del Ministro per
il Sud: la frana.
Questo devastante evento naturale ha oggettivamente compromesso le
potenzialità di sviluppo della nostra economia e l’inserimento del
nostro Comune in quella “zona franca” avrebbe rappresentato una forma di
compensazione per l’attrazione di nuove iniziative imprenditoriali.
Bisognava andare a Roma e battere i pugni.
Oggi invece uno dei borghi più belli d’Italia decide irragionevolmente
di puntare su carri funebri e salme.
Una scelta miope che, per un piatto di lenticchie, svende il nostro
futuro e la salute dei nostri figli.
Chiediamo pertanto che l’Amministrazione non proceda alla stipula del
contratto e sottoponga la delicata questione ad un previo consulto
popolare attraverso gli strumenti di partecipazione diretta previsti
dallo Statuto.
Chiediamo peraltro che i consiglieri di minoranza – ove non l’abbiano
già fatto - richiedano urgentemente la convocazione straordinaria di un
consiglio comunale aperto agli interventi di esperti e di cittadini da
tenersi in piazza Roma onde garantire la più ampia partecipazione.
Il Coordinamento
Avv. Rocco Ditaranto, Prof.ssa Margherita Lopergolo, Rag. Nicola Sulla,
Dr. Cosimo Nobile, Dr. Vincenzo Miraglia, Rag. Vincenzo Ditaranto
1 -
http://www.arpat.toscana.it/notizie/arpatnews/2018/079-18/limpatto-ambientale-dei-forni-crematori
2 -
http://www.centumcellae.it/principale/inquinamento-causato-dalla-attivita-di-cremazione-delle-salme-un-report-del-dott-ghirga/
3 -
http://www.basilicatanotizie.net/politica/12758-firmato-il-decreto-istituita-la-zona-economica-speciale-jonica.html
|