MATERA.
Con l'incontro dell'8 novembre scorso ha
avuto inizio il percorso formativo
organizzato dal Serra Club di
Matera,riservato agli alunni referenti delle
scuole secondarie di primo e secondo grado
di Matera e dei comuni della diocesi
Matera-Irsina, propedeutico alla
partecipazione al concorso scolastico
abbinato alla XIV edizione del "Premio
letterario Mons. Francesco Conese".
Il percorso formativo vedrà coinvolti gli
alunni referenti, tutor nella propria
classe, in un secondo incontro che si terrà
il 7 dicembre, affinché possano essere messi
in condizione di sviluppare la tematica del
concorso dettata a livello nazionale dal
CNIS:
"Ciascuno di noi è chiamato a costruire un
suo progetto di vita, con il coraggio del
navigatore alla ricerca del proprio
orizzonte.
Papa
Francesco invita ad usare armonicamente
l'intelletto, il cuore e le mani e cioè il
nostro pensare, il sentire e il fare. Come
pensi di mettere in pratica questo invito?"
Gli oltre ottanta alunni,accompagnati dai
genitori e dai docenti, sono stati accolti
da Sua Eccellenza Monsignor Giuseppe Caiazzo,
nel Salone degli Stemmi della Curia
Arcivescovile,situato in Piazza Duomo a
Matera. Un nobile palazzo,accanto alla
Cattedrale, il cui nome deriva dalle insegne
araldiche che accompagnano i ritratti dei
vescovi sulle facciate della sala che si è
illuminata di una luce nuova grazie alla
gioia e all'entusiasmo dei ragazzi.
Dopo i saluti del Presidente del Serra club
di Matera - distretto 73-Puglia -Basilicata
,Gabriele Draicchio, e della Presidente
della Commissione Concorso Scolastico,
professoressa Lucrezia Carlucci, Monsignor
Caiazzo ha letto ai ragazzi il testo della
canzone di Jovanotti, "Pieno di vita",
esortandoli a guardarsi negli occhi e a
scoprire le potenzialità enormi nascoste in
ognuno e ad attingere ad una fonte di vita
vera per essere felici.
Tra l'entusiasmo di giovani e adulti ha
avuto inizio il laboratorio pedagogico della
professoressa Margherita Lopergolo che ha
spiegato agli studenti il fine di questo
incontro di formazione, ovvero conoscersi
per essere consapevoli di se stessi, tirando
fuori emozioni, punti di forza,debolezze e
valori.
Solo così si potrà dare un senso al nostro
cammino tra spazi di luci che ci fanno
restare e non fuggire dalla strada maestra.La
professoressa ha sottolineato l'importanza
di essere consapevoli dell'unicita' di ogni
individuo e della consapevolezza che vivere
è un dono sempre e, proprio in questa
società in cui tutto è estremamente
variabile,in cui tutto cambia velocemente, i
giovani,diamanti in attesa di essere
levigati, sono i più a rischio di essere
travolti dal riaffiorare dei sette vizi
capitali sotto nuove forme
espressive:consumismo, conformismo,
spudoratezza, vuoto e,soprattutto,
indifferenza.
I ragazzi sono stati invitati a costruire
ponti e non alzare muri, come recitano le
parole del Papa, e si sono stretti la mano
in un bellissimo quadro di fratellanza e
comunione.
Nel viaggio alla scoperta dell'interiorità
dei ragazzi, la professoressa Lopergolo si è
avvalsa di una cornice nella quale
racchiudere i volti degli studenti come in
un ritratto d'autore, di una rete con cui
pescare i bigliettini contenenti i pensieri
più profondi scritti da loro, e un taccuino
sul quale appuntare le emozioni,le
impressioni delle loro esistenze, per
scoprire se sono abitate da Dio e quali sono
i frutti della sua presenza nelle loro vite,
a partire dai rapporti interpersonali, alla
famiglia di provenienza e arrivare alla
società che li circonda.
Solo dopo una profonda conoscenza di sé
stessi ci si potrà interrogare su cosa fare
da grandi: la vocazione cristiana è
innanzitutto il testimoniare la propria fede
nella società in cui si vive.
Costruire una famiglia è una vocazione,fare
del lavoro quotidiano una palestra di carità
è una vocazione, sorridere e sostenere il
fratello che ci passa accanto è una
vocazione.
Pertanto, per seguire la propria vocazione è
necessario un atto di coraggio che risvegli
la nostra forza di volontà, senza la quale
nessuno può fare nulla di grande, e che ci
accompagni nel nostro esercizio
dell'amore,della fede e della preghiera.
E come scrive Gio Evan in 'Capita a volte
che ti penso sempre', alla domanda 'Che vuoi
fare da grande?' rispondiamo che
l'importante è innamorarsi sempre di quello
che si sceglie di fare.
Al laboratorio pedagogico è seguito un
laboratorio teatrale tenuto dalla dottoressa
Rosy Piaggione, esperta di comunicazione e
organizzazione eventi internazionali, la
quale ha sperimentato, con la partecipazione
vivace e collaborativa degli studenti, un
momento molto coinvolgente di animazione
improvvisata mettendo in scena un progetto
di vita .
Il prossimo incontro con i ragazzi della
scuola secondaria di primo e secondo grado
vedrà al centro del percorso formativo la
vita di San Francesco d'Assisi con la
lettura del bellissimo racconto di Hermann
Hesse e la drammatizzazione improvvisata .
Mentre, il 24 novembre e il 15 dicembre,
presso l'Oratorio della Parrocchia di San
Giovanni di Matera, Don Francesco GALLIPOLI,
insieme alla professoressa Lopergolo e alla
dottoressa Piaggione, incontreranno gli
alunni della scuola primaria per riflettere
insieme sulla traccia del concorso :
"Cosa vorresti fare da grande? Descrivi il
tuo progetto di vita per il futuro,le tue
aspirazioni,i tuoi ideali". |