MONTESCAGLOSO.
Si è tenuto sabato 23 settembre,presso il
Centro di solidarietà "Padre Maestro"di
Lucera, il distrettuale che ha visto riuniti
i Serrani del Club 73 Puglia Basilicata.
Arturo Monaco,governatore del distretto 73,
ha illustrato il programma dell'attività
distrettuale per l'anno 2017-2018 dando una
linea ben precisa da seguire: partecipare
alle realtà ecclesiali e collaborare con gli
uffici diocesani vocazionali non come
spettatori ma come attori che si fanno
prossimo con semplicità e modestia.
Nell'elenco delle attività da svolgere
durante l'anno ,il governatore ha inserito,
come punto importantissimo, le visite
guidate ai Club del Distretto per promuovere
attività comuni in interclub e per
sviluppare azioni nel segno della continuità
e della novità, per condividere progetti
,sostenere i Serra Club,coinvolgere i
giovani in azioni concrete. Sarà necessario
essere come una catena formata da anelli
uguali e uniti tra loro, un insieme di
persone di buona volontà unite per
raggiungere gli scopi del Serra e cioè
diffondere il cattolicesimo e favorire e
sostenere le vocazioni al sacerdozio
ministeriale della Chiesa Cattolica.
Momenti proficui per la vita del Serra
saranno la partecipazione alle attività
istituzionali del CNIS,l'incontro con i
vescovi delle diocesi del Distretto e la
partecipazione a tutti gli eventi promossi
dal Serra Nazionale e dalle realtà
ecclesiali del Distretto 73 e gli incontri
distrettuali per la formazione interna.
Un punto importante del programma illustrato
dal governatore è l'utilizzo dei mezzi di
comunicazione sociale per diffondere le
attività dei singoli Club del Distretto e le
stesse finalità Serra proponendo nuovi
linguaggi e nuovi gesti per chiamati e
chiamanti attraverso l'esempio di persone
credenti e credibili.
Questo il tema dell'anno 2017/2018:"Con e
per i giovani .Il Serra nella continuità e
nella novità": secondo il cappellano del
Club di Lucera,padre Pio Zuppa,bisogna
contagiare i giovani mostrando una vita
bella ,piena ,in Cristo,e con loro bisognerà
fare gruppo perché non esistono navigatori
solitari.I mezzi più efficaci per favorire
le vocazioni ecclesiastiche sono la
preghiera e la costituzione di una comunità
talmente cristiana da far fiorire
naturalmente le vocazioni stesse.Obiettivo e
impegno dei serrani sarà in ogni modo
ridestare il popolo di Dio alla
consapevolezza del dovere di incoraggiare e
sostenere nelle nostre famiglie,nelle
parrocchie e comunità quegli uomini 'vocati'
che intendono offrire se stessi alla Chiesa
per il ministero sacerdotale. Un ruolo
importante, per raggiungere questo
obiettivo, ce l'ha sicuramente la promozione
del Concorso Scolastico,curato dalla
professoressa Lucrezia Carlucci,tra i
giovani che devono essere al centro
dell'impegno dei Serrani .
Il programma è stato condiviso e apprezzato
dai Serrani presenti che, con impegno ed
entusiasmo, lo porteranno avanti nei singoli
distretti:a partire dal presidente del Serra
Club di Matera,Gabriele Draicchio ,Maria
Cristina Silvestrini del Club di Taranto,Filly
Franchino del Club di Lucera,Teodato Pepe di
Cerignola,Emanuele Pirato di Altamura,Savino
Murro di Potenza.
Dopo il pranzo,la direttrice del Centro di
Solidarietà 'Padre Maestro',suor Carmela
Sessa,ha accompagnato i Serrani in una
passeggiata guidata da Don Marco Trivisonne,
nell' "orto degli ulivi" annesso al
centro,che si è conclusa con un momento di
preghiera comunitaria e di riflessione
sull'importanza della sofferenza in
sacrificio dell'umanità.
Gesù muore sulla croce e ci conduce ad una
nuova esistenza segnata da un nuovo patto.
Quel legno, segno di maledizione, viene
trasformato da Gesù in segno di benedizione
per l’umanità di tutti i tempi. Quel legno,
segno di vergogna e di morte, viene
trasformato in simbolo di grazia e di vita.
Su quel legno, il Figlio di Dio si fa
«patto» per il suo popolo: patto ultimo,
definitivo, eterno. La fedeltà di Dio verso
ciascuno e ciascuna di noi, si è espressa
nel sacrificio stesso della croce. Nelle
mani e nei piedi, forati dai chiodi, nel
costato aperto e nella carne martoriata del
Cristo, si fa strada l’atto d’amore estremo
di Dio per l’umanità. Ecco allora che il
nostro mutismo di fronte all’orrore che la
morte di Gesù ci provoca, in un qualche modo
può trasformarsi in un atto di riconoscenza
gioiosa: riconoscenza verso quell’amore
sconfinato che abbraccia tutti noi. Le
braccia aperte del «Crocifisso» includono
tutti e tutte in una nuova alleanza che
trasforma la morte in vita. Nella croce, noi
vediamo già l’immagine del sepolcro aperto,
perché Dio non ha mai tradito le sue
creature. Nella croce, noi assaporiamo già
la sconfitta della morte, anche della
nostra, perché Dio non ha mai smentito le
sue promesse. |