FERRANDINA. Un regalo di fine anno che commuove il dirigente. All’ IC
“D’Onofrio” di Ferrandina, il percorso di educazione Civica per la
classe 5/C, condotto dall’insegnante Adele Maselli è riuscito a
trasmettere valori e principi fondamentali che regolano il vivere
civile. “Sul tema della legalità – precisa l’insegnate Maselli, per
catturare l’attenzione dei bambini mi sono proposta di leggere in classe
“Per questo mi chiamo Giovanni” di Luigi Garlando, un capitolo a
settimana di uno dei libri meglio scritti di narrativa per ragazzi. In
DAD più volte ho incontrato gli alunni anche fuori dall’orario di
servizio notando interesse e curiosità crescenti”. Il libro narra di un
bambino di 8 anni, Giovanni, a cui il padre proprietario di un negozio
di giocattoli, racconta con parole semplici cos’è la mafia e chi è
Giovanni Falcone. Giovanni ha una scimmia di peluche, Bum, che ha i
piedi bruciati e sui quali il bambino ha più volte chiesto al padre il
motivo. Il padre non ha mai avuto il coraggio di raccontargli che era
stato vittima di un attentato da parte della mafia rifiutandosi di
pagare il pizzo. Dopo essere stato chiamato in presidenza per un atto di
bullismo cui Giovanni aveva assistito e che non aveva voluto denunciare,
il padre decide di dedicare un’intera giornata al figlio per
raccontargli la storia di Bum. Lo porta al mare facendo diverse soste
nei posti che rappresentano i luoghi di vita di Giovanni Falcone; e
proprio durante il tragitto il bambino scopre così di portare il nome
dell’uomo di Stato più stimato dal padre. Attraverso la metafora
dell’aspirina che si scioglie nell’acqua, racconta ciò che è successo al
piccolo Giuseppe Di Matteo sciolto nell’acido; racconta la scalata dei
corleonesi e di come la cosca mafiosa (il carciofo) agisca con le
famiglie rappresentate dalle foglie del carciofo che tentano di scalare
la vetta per raggiungere la cupola e dominare Palermo. Parla del
maxiprocesso sino ad arrivare all’attentato di Capaci quando Giovanni
nasce proprio nel giorno in cui Falcone muore per mano della mafia.
“L’attenzione era catalizzata – continua Maselli, per il desiderio di
conoscenza cui la tecnologia, la LIM, di cui la nostra aula è dotata ci
ha aiutato tantissimo con ricerche di informazioni e immagini”.
L’attività si è conclusa con le riflessioni finali dei ragazzi.
Un’alunna, Erika Salfi, ha illustrato su un cartellone ogni citazione
del libro: un carciofo (la cosca mafiosa), ai piedi del carciofo la
città di Palermo vittima della mafia, in alto la cupola e accanto al
carciofo una scala con le foglie del carciofo (le famiglie) che tentano
la scalata alla cupola. In alto, gli eroi, Falcone e Borsellino. Erika
ha voluto donare il suo lavoro al dirigente scolastico, Prospero
Armentano che commenta: “Ricevere questo regalo mi ha commosso! Loro,
così piccoli, hanno affrontato temi così grandi e importanti! Non è mai
troppo presto per inculcare valori di giustizia e libertà! Quel
cartellone resterà nella stanza di presidenza, accanto alla foto del
Presidente della Repubblica e della nostra Bandiera. Ricorderà anche a
me di seguire l’esempio di quei valorosi uomini di Stato cercando di
guidare al meglio la comunità scolastica che mi è stata affidata. Un
regalo che mi conferma che lo Stato e la scuola ci sono!” |