ANTONIO CENTONZE

12 NOVEMBRE 2020

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Meno olive ma resiste la qualità

MIGLIONICO. Ridotta ma di buona qualità la raccolta di olive nell’agro del Malconsiglio. Per Miglionico, che da diversi anni può fregiarsi del marchio “Città dell’Olio”, è un’annata anomala con un calo della produzione, si vocifera e ci si lamenta nella sede dedicata al confronto sulla raccolta, ossia il frantoio. Un calo che si sta assestando intorno al 40% rispetto all’annata precedente. Un settore, quello della raccolta di olive e della sua trasformazione in olio extravergine di alta qualità che assume importanza vitale per tante famiglie che risiedono nel borgo collinare e che con la cura degli alberi e la raccolta delle olive, nel periodo fra novembre e dicembre solitamente, contribuiscono in modo importante allo sviluppo economico del paese. Le olive da olio, ma anche quelle cosiddette olive dolci da curare e salare per essere poi mangiate a tavola sono sì poche ma di buona qualità. Il calo della loro quantità è davvero un duro colpo per i tanti agricoltori e proprietari di piccoli appezzamenti che, dopo un anno di lavoro e di spese sostenute per la loro coltivazione, non potranno raccogliere che pochi quintali di olive. Una quantità inferiore alle aspettative ma almeno a sentire gli esperti sul campo, con un’oliva integra e non attaccata da agenti patogeni esterni. “A causare il crollo di produzione - esordisce Francesco Matera, 44 anni, olivicoltore miglionichese che si dedica con passione a questa attività, hanno inciso cause naturali come le grandinate estive con associate condizioni climatiche sfavorevoli nel periodo della fioritura. Ruolo altrettanto negativo è stata la siccità del periodo estivo che ha contribuito a ridurre la produzione che in talune contrade sfiora il 50% pur se la qualità resta ottima perché non attaccata dalla cosiddetta mosca olearia.” Le principali varietà di olive, coltivate biologicamente con la presenza di molti alberi secolari, sono la Coratina, l’Ogliarola, la Majatica e la Cellina di Miglionico, varietà autoctone che ben si adattano alle caratteristiche del terreno e al clima collinare. Una raccolta fatta a mano o con aste che scuotono le chiome per raccogliere il frutto su grosse reti e teli stesi sotto alberi che si ergono anche per decine di metri su colli e pendii. La spremitura, fatta a freddo, presso l’unico frantoio rimasto attivo, Ulivi del Castello di Smacchia Nicola operativo dal 1940, produce un olio extravergine di colore giallo dorato con toni di verde donandogli un sapore fresco e fruttato, generoso e pieno di carattere. Una resa in olio, rapportata al quintale di olive, che si aggira intorno ai 16/20 chili. Olio ricco di molteplici proprietà benefiche per la salute dell’uomo.

Created by Antonio Labriola-Mail - 10 Luglio 1999 - Via Francesco Conte, 9  -  75100 Matera - Tel. 0835 31037