MIGLIONICO.
Un week-end in scena con una storia di brigantaggio.
Sponsorizzato dall’azienda di trasporti Cascione ed il
patrocinio del comune, presso l'Auditorium del Castello
è andato in scena con la regia di Valeria Vicentini, lo
spettacolo teatrale “Zarafina. Bianca come la libertà”
scritto da Carla Latorre. Scrittrice e regista sono
state anche le interpreti della rappresentazione
teatrale in abiti d’epoca della costumista Federica
Gamba e con musiche di Gionata Carallo. Lo spettacolo ha
raccontato la storia della brigantessa lucana ai tempi
dell’Unità d’Italia, Zarafina Ciminelli (1845-1866),
morta giovanissima all’età di 21 anni nel carcere di
Potenza. Curata dall’ associazione culturale “Rancur
Arte” e promosso dall’associazione materana Gutta, nuova
realtà di produzione e promozione culturale, la storia,
ambientata nella seconda metà dell’Ottocento, narra di
vicende inerenti il fenomeno del brigantaggio in
Basilicata attraverso la voce della brigantessa
Ciminelli, compagna del sanguinario brigante Antonio
Franco, che per diversi anni seminò il terrore nella
zona del Pollino, prima di essere fucilato nel 1865.
Storie di briganti e della loro vita pericolosa sui
monti lucani con ampie e variopinte letterature di
esaltazione di gesta a volte anche cruente, al confine
tra realtà e leggenda. È il caso di Zarafina Ciminelli,
la donna combattente, lucana, che lotta per un sogno,
per la libertà e la dignità, e che racconta la storia
del brigantaggio, in una versione tutta al femminile
facendo un po' di luce su quella che possiamo
considerare la prima grande tragedia nazionale di guerra
intestina che lasciò segni indelebili nella memoria
collettiva, creando una drammatica frattura tra sud e
nord del paese. Nella storia le due attrici, la lucana
Carla Latorre vincitrice del premio Lysistrata 2018 e la
veneta Valeria Vicentini, laureata in Discipline
dell'arte, della musica e dello spettacolo, si sono
confrontate in un'aula di tribunale, incarnando i due
punti di vista, quello meridionale e quello
settentrionale, quello dei vinti e quello dei vincitori.
“Dopo anni fuori sede, ha precisato la Latorre, nel
continuo confronto con il Nord ho sentito l'esigenza di
placare il mio animo di emigrata che richiedeva di
conoscere la verità della mia storia, approfondire la
conoscenza della terra in cui risiedono le mie radici".
Una serata di successo con tanti spettatori che si sono
calati in un periodo storico particolare che ha destato
emozioni e catturato attenzioni. Ascoltare e riflettere
sulle ragioni che hanno spinto un popolo disperato e
oppresso a darsi alla macchia e a creare quel fenomeno
passato alla storia come brigantaggio nel periodo pre e
post-unitario sono state ore di cultura oltre che di
svago. |