MIGLIONICO
Non si placa la polemica fra i 5Stelle e il sindaco Buono

MIGLIONICO. Non si placa la polemica fra i 5Stelle ed il sindaco Buono. “Un sindaco che diffama i propri cittadini non ci rappresenta”. Questo il titolo sulle pagine internet dei pentastellati che annunciano il “rinvio a giudizio” del sindaco Angelo Buono sulla querela per diffamazione avanzata dai 5 Stelle nei suoi confronti. I fatti risalgono a qualche mese fa, quando i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle, dopo aver informato i cittadini dell’assegnazione di un appalto al fratello del Sindaco (ndr l’ing. Matteo Buono), misero in risalto l’aspetto etico-morale della vicenda con l’inopportunità di tale affidamento. La risposta del sindaco, attraverso un comunicato istituzionale, li accusò di “istigare tra i cittadini di Miglionico sfiducia nelle istituzioni e diffidenza verso i dipendenti comunali; di fare una politica di parte “non toccando” gli interessi di amici e conquistabili al voto e di avere conflitti di interessi all’interno dell’ Istituzione comunale”. E come se non bastasse, si legge nell’aspro comunicato, sempre il sindaco, si è addirittura concesso la “licenza poetica” di considerare i consiglieri del Movimento 5Stelle i mandanti morali di alcuni atti vandalici arrecati alla sua autovettura. Il tutto ovviamente senza motivazione e giustificazione alcuna ma al solo scopo di screditare, agli occhi dell’opinione pubblica, i consiglieri e la loro legittima azione di opposizione politica. “Azioni ed informazioni – precisa il comunicato, sempre giustificate e provate da fatti e atti concreti e sempre diffuse nel rispetto della legge. Per questo modus operandi, a volte scomodo e pungente, il Gruppo Consiliare è stato spesso oggetto di critiche e feroci attacchi personali. La critica politica va bene e fa bene alla democrazia ma quando oltrepassa i confini dell’onestà intellettuale e sfocia in offese personali e denigratorie, fondandosi oltremodo su fatti non veri e non documentati, allora quell’ apparente strumento di libertà di espressione, diventa diffamazione ed il suo rinvio a giudizio per tale reato lo porterà a rispondere a breve di fronte ad un Tribunale Penale”. “Il provvedimento di rinvio a giudizio – precisa Buono, sentito sui fatti, è un atto dovuto da parte della procura, in presenza di una querela presentata dai 5Stelle quindi non è un'iniziativa autonoma della magistratura. Solo all'esito del giudizio emergerà se io abbia effettivamente commesso diffamazione. Posso solo dire che questa querela nasce da una mia risposta ad una serie di volantini e post su Facebook pubblicati dai loro rappresentanti locali nonché consiglieri comunali. Io ho ritenuto di mantenere la discussione sul piano politico; loro hanno ritenuto di dover portare questa discussione nelle aule di giustizia. Ne prendo atto e attendo serenamente la valutazione del tribunale che accerterà se sussistano le ipotesi di reato contestatemi”. Antonio Centonze

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