MIGLIONICO.
Da stimatissimo banchiere di Miglionico ai domiciliari.
L’ex ad di Veneto Banca, il miglionichese Vincenzo
Consoli, è da ieri ai domiciliari. Ha destato stupore ed
incredulità nel suo paese d’origine, la notizia
rimbalzata prepotentemente dai Tg nazionali, che uno dei
suoi “uomini” più rappresentativi, emigrato in Veneto e
arrivato a dirigere una delle banche più prestigiose,
sia ritenuto coinvolto in una situazione di reato tale
da decretarne l’arresto, pur ai domiciliari. L’arresto
dell’ex amministratore delegato di Veneto Banca è
arrivato al termine di una lunga e complessa indagine
svolta dalla Guardia di Finanza sulla base di
un’ispezione di Bankitalia che sembra abbia rilevato
anomalie nella gestione dell’istituto di credito
principalmente nel periodo a cavallo degli anni
2013-2014. Gli investigatori stessi hanno sollecitato la
misura restrittiva ai domiciliari. A Consoli, la Guardia
di Finanza sembra abbia sequestrato un patrimonio di
svariati milioni, tra cui un immobile del valore di 1,8
milioni, contanti e titoli. Vincenzo Consoli, nato a
Miglionico nel 1949, il «banchiere di Miglionico»,
com’era conosciuto e soprannominato in Veneto, entra
nell'organico di Veneto Banca nel 1989 ricoprendo il
ruolo di capo area, dopo una decina d’anni di esperienza
in altre banche. Diplomato in ragioneria, inizia la sua
carriera al Credito Italiano, diventando funzionario nel
1977. La scalata al successo vero e proprio, inizia nel
1997 quando, opponendosi all’assorbimento di Veneto
Banca nell'Istituto Bancario San Paolo di Torino,
insieme a Flavio Trinca, favorisce la rinascita e la
crescita della sua banca. Da questo episodio sembra
partire l'ascesa personale del rag. Vincenzo Consoli che
diventerà negli anni una potenza, arrivando ad assumere
il ruolo di direttore generale e amministratore delegato
del gruppo Veneto Banca Holding . La carriera bancaria
vera e propria di Consoli inizia in quel di Biella,
terra di emigrazione di tanti cittadini miglionichesi,
dove viene assunto nel 1977 al Credito Italiano. Con
l'ex Credit arriva poi a Vicenza ma è con la Popolare di
Asolo e Montebelluna che viene fuori tutto il suo
carisma, la sua personalità, la sua volontà e la sua
competenza che lo portano a raggiungere il vertice nel
1997 diventando Direttore Generale dell’Istituto. Un
vertice al quale resta saldamente legato per 17 anni,
favorendo nuove acquisizioni di banche e crescita
esponenziale della sua banca. Un vertice che inizia a
vacillare con le prime inchieste giudiziarie del 2014
che sconvolgono il sistema bancario italiano imponendo
anche a Montebelluna di azzerare il cda. Le dimissioni
da direttore generale, date il 30 Luglio 2015, sancirono
la fine dell’era Consoli a Veneto Banca. Ed ora ad un
anno di distanza, un nuovo amaro epilogo, dal quale i
miglionichesi che lo stimano per l’umiltà e la vicinanza
sempre dimostrata con le sue radici, possa essere
scagionato. Antonio Centonze |