MIGLIONICO.
E’ stata una serata particolare quella tenutasi ieri sera
nell’auditorium del Castello
alla presenza del sindaco e di tantissimi cittadini. Una serata
per ricordare una persona speciale che in un giorno di maggio se
n’è andato prematuramente, a soli 60 anni, lasciando nella sua
comunità tracce indelebili di saggezza, lealtà e bontà. Giovanni
Battista Centonze colpito da infarto nella sua “casa famiglia”.
Una casa famiglia nata con lui ed attiva sul territorio
miglionichese dagli anni ’80 quando i manicomi vennero
cancellati e tanti sfortunati, una volta fuori, non sapevano
cosa fare e dove andare. Una casa famiglia, gestita dalla
cooperativa sociale “Vita Alternativa” della quale Giovanni ne
era il Presidente. Un presidente attivo ed umano che amava
conversare con i suoi ospiti, scherzare, carezzarli stimolarli e
che grazie alla sua semplicità, alla sua arguzia ed al suo
sarcasmo nel rendere comprensibile a tutti ogni cosa con esempi
dissacratori ed ironici era apprezzato da tanti. Il suo vociare
in quella piazza Popolo, dove si soffermava a scambiare una
parola con tutti, è un vuoto incolmabile per una piccola
comunità. I suoi commenti puntuali e motivanti, attento lettore
del Quotidiano con le sue considerazioni domenicali anche al
sottoscritto per alcuni appellativi usati o non usati in taluni
articoli, erano detti sempre con un tono scherzoso al limite
dell’irriverente per chi magari non lo conosceva ma si
concludevano sempre con quel sorriso e quell’ironia che erano
una porta aperta a trasmettere la sua conoscenza e competenza.
Una figura eccentrica e fuori dagli schemi che oltre alla bontà
innata e ad una umanità difficile da trovare in molti, viveva ed
operava per i deboli di questa società e per la lealtà. E queste
sono state le linee guida della sua vita e che, nella serata
organizzata in suo onore, sono venute fuori prepotentemente
dalle letture e dalle testimonianze che molti hanno portato per
ricordarlo. Un uomo, figura di riferimento del PCI degli anni
’80 e che ha avuto compiti di amministratore comunale per sedici
anni assolvendo al ruolo di vicesindaco per due legislature con
Maria Signorella negli anni 85-90 e con D’Alessandro negli anni
95-99. Perle di saggezza e di semplicità le sue metafore che
illuminavano lo scenario di ogni suo discorso. Un uomo di sport
che oltre ad aver ricoperto ruoli da difensore nel suo
Miglionico ai tempi dell’Olimpia, aveva calcato come arbitro
apprezzato innumerevoli campi di calcio lucani. Alla presenza
della moglie, Nunzia Dattoli e dei figli, Domenico e Antonella,
la musica del quartetto di sax dei maestri Giovanni Calia,
Innocenzo Oliva, Costantino Minonne e Teodoro Comanda con la
direzione del maestro Paolo Benedetto ha reso omaggio a
“Giuannin Haller” com’era soprannominato Giovanni in virtù della
somiglianza con un celebre calciatore degli anni 70. Poesie e
riflessioni, per ricordare la figura di un protagonista della
vita sociale, politica e sportiva della comunità che amava anche
la musica. Ed il Radesky che Giovanni amava tanto, quando
suonato dalla Banda “M.Grieco” della quale era vicepresidente,
ri-arrangiato per l’occasione ha strappato lacrime e applausi.
Antonio Centonze |