MIGLIONICO.
Piazza di fede e d’amore. Quando
mancava poco a mezzogiorno e l’attesa del
pranzo si avvicinava, cadenzata dai
rintocchi dell’orologio di piazza, sabato
scorso nella stessa è giunta gente. Tanti i
giovani dalle facce pulite e dal sorriso
coinvolgente. Alcuni con casse musicali in
spalla, altri con microfono in mano si sono
sistemati al centro di Piazza Popolo fra la
curiosità delle persone che forse si
chiedevano sul che cosa volessero loro
vendere. Era gente tranquilla e che portava
il sorriso stampato sul volto. Ricevuti dal
Sindaco, Angelo Buono, l’organetto di Ugo
Anderson, ha iniziato a suonare in una
piazza ancora incredula per quello che stava
accadendo. Ugo Anderson ed Alex
Anderson, coppia pastorale della Chiesa
Battista evangelica di Matera e Miglionico
erano tra loro, promotori dell’iniziativa di
far scendere l’evangelizzazione in piazza.
Insieme al laziale Ivano De Gasperis,
pastore evangelico della zona trasteverina
della capitale, facevano tappa a Miglionico,
diversi
giovani
provenienti da Roma e di origini tra le più
disparate. Momenti
di evangelizzazione, mettendo da parte le
confessioni religiose e predicando
semplicemente la parola di Gesù attraverso
il suono dell’organetto, canti, scene mimate
e lettura coinvolgente di alcuni brani della
bibbia. Particolarmente toccante ed
esplicativa la scena in cui i ragazzi,
giovanissimi sotto i 25 anni, hanno mimato i
continui attacchi che l’uomo riceve nel suo
peregrinare terreno. Attacchi e tentazioni
dal denaro, dall’alcool, dalle droghe, dalle
cattiverie d’ogni genere verso i quali la
fede in Dio diventa un baluardo per non
lasciarsi sopraffare.
Una scena mimata in una piazza ammutolita ed
incuriosita.
Una piazza che ha applaudito questi ragazzi
che hanno poi raccontato ad un microfono,
con l’emozione e qualche lacrima, le loro
esperienze, quelle che li hanno avvicinati
alla fede, al loro nuovo modo di credere in
Gesù e nel suo amore per la vita. “Evangelizzazione
– precisa Giuseppe Montemurro giunto da
Matera, non
significa fare proseliti, consegnare
volantini, vendere una religione ma
semplicemente raccontare ad altri la
meravigliosa trasformazione che Gesù riesce
a compiere nelle nostre vite”.
“Cantare,
mimare, raccontare, pregare -
sottolineano Ivano e Debora, sono le
forme in cui una testimonianza di vita viene
presentata ad altri. Far raccogliere,
a quanti sono stati ad ascoltarci nella
piazza, una piccola pietra levigata e
colorata con su scritto "Dio ti ama",
regalare dei sorrisi, degli abbracci
profondi, parole di conforto o semplicemente
ascoltare, sono gesti di cui tutti abbiamo
bisogno. Gesti che aiutano a vivere meglio
tanti nostri fratelli che vivono una crisi
interiore che li divora, che li distrugge,
che li fa soffrire e che li rende infelici.”
E quella pietra con una frase di Geremia
sull’amore eterno, è la prima pietra per
avvicinarsi alla fede, quella che rallegra
il cuore. Antonio Centonze |