GIACOMO AMATI

5 LUGLIO 2018

Home

Index stampa locale e nazionale

Stampa pagina

Microplastiche dal mare al cibo

.
MIGLIONICO. “Microplastiche dal mare al cibo. Una cannuccia di plastica impiega 500 anni per distruggersi e le stoviglie monouso non sono riciclabili: sono tanti i rischi per l’ambiente e per noi”. E’ allarme per il grave problema dei tanti oggetti di plastica usa e getta che finiscono il loro ciclo di vita inquinando il mare. “Per chi non lo sapesse – scrive Milena Gabanelli sul Corriere della Sera del 2 luglio 2018 – una cannuccia dispersa nell’ambiente impiega cinquecento anni per distruggersi completamente. In Italia se ne consumano 2 miliardi all’anno, in tutta Europa 36 miliardi. Nei mesi estivi un numero incalcolabile di cannucce viene abbandonato sulle spiagge. Secondo gli studi del centro Enea, oltre l’80 per cento dei rifiuti che invadono i litorali italiani è rappresentato da plastiche, che finiscono poi in mare, dove nel corso degli anni diventano microplastiche, frammenti inferiori ai due millimetri e quasi invisibili ad occhio nudo. Nel Mediterraneo si stima ce ne siano 1,25 milioni di tonnellate. Queste particelle vengono ingerite dai pesci e ce le ritroviamo nella catena alimentare, ovvero nel piatto, anche se acquistiamo il filetto o le pregiate scatolette con la scritta “bio”. In pratica, il mare viene usato come discarica. E le cattive abitudini che minacciano l’ecosistema e la salute dell’uomo iniziano dentro le nostre case. In Italia il consumo solo di bicchieri, piatti e posate di plastica è di 115 milioni di tonnellate all’anno. Non c’è più tempo da perdere: bisogna scoraggiare l’uso della plastica tradizionale e utilizzare quella biodegradabile. In “Francia è stata approvata la legge che stabilisce il divieto dell’uso della plastica: partirà dal 2020, con l’obbligo, per i pubblici esercizi di usare prodotti ricavati dal mais”.

Created by Antonio Labriola-Mail - 10 Luglio 1999 - Via Francesco Conte, 9  -  75100 Matera - Tel. 0835 310375