MIGLIONICO.
Macerie. Ci sono ancora
parecchi rottami, resti di
fuliggine e detriti sul
piazzale antistante il
capannone centrale della
cooperativa Coserplast,
specializzata nella
produzione di manufatti di
materiale plastico (porte,
infissi e finestre) che
domenica mattina, tra le
9,30 e le 10,30, è stata
gravemente danneggiata da un
improvviso incendio che ha
distrutto parecchie balle di
materiale plastico. Numerosi
manufatti già rifiniti,
pronti per essere installati
sono stati inceneriti dalle
fiamme che, divampate in un
baleno, hanno bruciato anche
materia prima e altro
materiale di scarto,
unitamente a cartoni utili
per l’imballaggio. Uno
scenario desolante: lamiere
liquefatte dal calore del
rogo che, raggiungendo oltre
mille gradi di temperatura,
ha fatto andare in frantumi
anche i vetri delle
finestre dell’edificio
che, al suo interno, si
estende su una superficie di
tre mila metri quadrati. Sei
mila metri quadri, invece,
sono quelli dell’area
esterna che circonda il
capannone dell’azienda
fondata agli inizi degli
anni Novanta (1991). Il
tempestivo intervento di ben
quattro squadre dei Vigili
del Fuoco provenienti da
Matera e Ferrandina ha
circoscritto il perimetro
delle fiamme, impedendo che
si propagassero all’interno
dell’opificio. E in questo
modo sono state salvate tre
importanti macchinari,
impianti tecnologici
all’avanguardia dal costo
elevato. Ma ieri mattina,
davanti al capannone e negli
uffici dell’edificio non
c’erano soltanto i segni di
tutto ciò che è stato
distrutto dall’incendio. Era
presente anche il seme della
rinascita: tutte le
maestranze dedite al lavoro
di ripristino dell’azienda,
con l’obiettivo di tornare a
compiere, al più presto
possibile, il normale lavoro
quotidiano: costruire
infissi e manufatti in
plastica e in alluminio.
“Abbiamo trascorso una notte
insonne – dice Maurizio
Buono, vice presidente della
cooperativa – ma siamo
pronti a rimboccarci le
maniche per tornare alla
normalità”. “Ciò che ci è
capitato –dichiara Enzo Guidotti, presidente
della Coserplast – non
comporterà ritardi
significativi nelle consegne
degli ordinativi in corso,
la cui produzione riprenderà
regolarmente entro una
settimana, senza
ripercussioni sui livelli
occupazionali”.
Un’altra buona notizia è
rappresentata dal
monitoraggio dei rischi
ambientali: è scongiurato il
pericolo dell’inquinamento
da diossina, perché “il
materiale bruciato non ha
caratteristiche tali da
causare rischi per la salute
pubblica”. La situazione,
nella fattispecie, è sotto
controllo da parte dell’Arpab
(Agenzia regionale per la
protezione ambientale di
Basilicata). Per quanto
riguarda i danni subiti,
ammonterebbero
complessivamente a oltre due
cento mila euro. Una stima
più attendibile degli
stessi, ad ogni modo, potrà
essere fatta solo nei
prossimi giorni, quando sarà
completata l’azione di
ricognizione del materiale
distrutto. Le cause? Al
vaglio dei militari della
locale caserma dei
Carabinieri, guidata dal
comandante Francesco Grasso,
ci sono varie ipotesi: c’è
quella dell’azione dolosa,
ma non si esclude neppure un
guasto all’alimentatore del
quadro elettrico
dell’impianto fotovoltaico
che sfrutta l’energia solare
per produrre energia
elettrica: un’improvvisa
avaria di un cavo elettrico
dell’impianto fotovoltaico
installato all’esterno
dell’edificio potrebbe aver
innescato il rogo. |