GIACOMO AMATI

5 Novembre 2017

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Tre liriche di Nunzia Dimarsico pubblicate nell'antologia "M'illumino d'immenso"

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MIGLIONICO. Vola come un aquilone. Oltre i confini regionali. La poesia di Nunzia Dimarsico scopre la ribalta nazionale. Tre liriche firmate dalla talentuosa poetessa miglionichese, 52 anni, sono state pubblicate nell’antologia poetica “M’illumino d’immenso”, ed. “Pagine”, Roma. Il volume, 228 pagine, raccoglie alcune liriche di 53 poeti italiani. Quelle scritte da Dimarsico si intitolano: “Andare oltre…”, “Isteria di un vuoto”, “Giovane oblio”. Al centro di questi tre componimenti poetici spiccano i temi della solitudine, dell’incomunicabilità e dell’amore. Sono versi palpitanti, senza tempo che fanno riflettere e battere il cuore dei lettori. Tre poesie che sembrano dei dipinti: trasmettono emozioni forti. Sono un antidoto a certi mali della società d’oggi. Tre aspetti che in questi versi sembrano interagire fino a diventare quasi un tutt’uno. Solitudine ed incomunicabilità, entrambi motivi di alienazione esistenziale, possono essere contrastati grazie al valore universale dell’amore che è accoglienza, dedizione, protezione, abbraccio dell’altro. “L’amore – dice la poetessa – è sinonimo dell’accettare il prossimo per averne cura”. L’amore è la forza che aggrega, riconcilia, rassicura, sorregge e trae a sé chi ha bisogno d’aiuto. Per la poetessa miglionichese amare significa “comunicare, confortare e fidarsi ciecamente dell’altro”. Ancora, vuole dire “esprimere solidarietà, offrire soccorso e comprensione”. L’amore, quindi, è l’ancora di salvezza di fronte ai supplizi della solitudine e dell’incomunicabilità. L’uomo è chiamato a vincere quelli che sono i suoi malesseri, vivendo in modo autentico, senza rifugiarsi dietro le “maschere”, senza indossare maschere per adattarsi alla società. La metafora della maschera esprime un messaggio: dice che quando l’uomo si nasconde dietro di essa, in realtà, vuole crearsi uno scudo, vuole difendersi per non far conosce la propria personalità. La machera, però, è una mistificazione, è un simbolo alienante, indice di spersonalizzazione. Per la poetessa, invece, l’uomo deve identificarsi col suo essere e non col suo apparire. Per farlo, la strada maestra da seguire è rappresentata dal valore dell’amore: l’uomo deve vivere non in modo banale, ma nella dimensione più autentica, nello spirito della fratellanza, amando il prossimo.

Created by Antonio Labriola - 10 Luglio 1999 - Via Francesco Conte, 9  -  75100 Matera - Tel. 0835 310375