GIACOMO AMATI

28 Settembre 2017

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L'Italia dei figli lontani

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MIGLIONICO. “L’Italia dei figli lontani”. La prima migrazione di giovani che partono con il diploma in tasca. Uno su tre ha anche la laurea. Da noi non esiste una domanda di “capitale umano”. Li chiamano “cervelli in fuga, talenti – scrive Gianna Fregonara sul Corriere della Sera del 26 settembre 2017 – ma spesso sono soltanto dei giovani laureati o studenti che preferiscono tentare la loro fortuna e la loro carriera nel mercato globale, fuori dai confini italiani”. Nel solo 2015, ultimo dato disponibile certificato dall’Istat, sono stati 23 mila su un’emigrazione di oltre 100 mila persone. “Nelle precedenti emigrazioni coloro che partivano, solitamente, erano gli scarsamente acculturati e preparati che non trovavano più lavoro in Italia; ora parte la meglio gioventù, un capitale umano molto elevato – spiega Antonio Schizzerotto, professore di sociologia a Trento – si tratta di un impoverimento del nostro Paese che esporta medici e ingegneri e importa badanti”. I giovani italiani si recano soprattutto in Inghilterra, Germania. Ma anche in Francia e in Svizzera. Vanno via da tutte le regioni italiane, anche dalla Lombardia e dal Veneto. Cosa succede ai genitori con i figli lontani? “Chi ha i figli lontani vive tra senso di colpa e di compiacimento – spiega lo psicanalista Massimo Ammaniti – il compiacimento viene dall’aver dato ai figli un’alternativa al vivacchiare, al rischio di depressione di chi non trova lavoro e non riesce a realizzarsi. Invece, il senso di colpa è causato dal senso del fallimento per non aver creato le condizioni giuste affinchè il figlio restasse in Italia”.

Created by Antonio Labriola-Mail - 10 Luglio 1999 - Via Francesco Conte, 9  -  75100 Matera - Tel. 0835 310375