MIGLIONICO.
Cos’è la vanità? Prima era un vezzo innocuo.
Oggi è diventata il carburante della
società. La società italiana è in preda a un
attacco di esibizionismo che i social
network hanno amplificato. Quasi
un’ossessione. “Ci sono due vanità - scrive
Beppe Severgnini sul settimanale Sette (n.
35 del 31 agosto 2017) – una buona e una
meno buona. La prima è la gioia nel vedere
riconosciuto il proprio lavoro e il proprio
valore: è un carburante sano, aiuta ad
andare avanti. La vanità meno buona, invece,
è ostentazione, sfoggio, esibizionismo. E’
qualcosa di patologico. Purtroppo, è quest’ultima
che oggi domina la scena”. Facebooh,
WhatsApp e Instgram, questi tre luoghi
digitali sono diventati il palcoscenico
della vanità quotidiana. I vanitosi sono
ansiosi e insicuri. Vanno alla continua
ricerca di conferme. Non si amano, ma
vogliono essere amati. Secondo alcuni
esperti di psicologia sociale la vanità è il
peggior difetto dell’essere umano: vi
include arroganza, frivolezza e calcolo.
Vanità significa “inutilità”,
“inconsistenza”. E’ autoesaltazione
compiaciuta. La vanità sta agli antipodi
dell’essere; è vacanza d’identità. “La
vanità non può appartenere alla persona che
coltiva il pensiero e la bontà. La vanità va
anche distinta dall’amor proprio, che è
fondamentale per vivere. La vanità è solo
una falsificazione dell’amor proprio. Il
vanitoso vuole piacere e essere amato. Si
nutre di presunzione. Il vanitoso non
osserva, non studia i comportamenti e le
bellezze altrui. Semplicemente si crea delle
immagini fittizie delle proprie doti ed
esige che siano scambiate per il suo
ritratto. Giacomo Amati |