MIGLIONICO.
Immigrazione ed emigrazione. Sono i due
fenomeni più rilevanti sotto il profilo
sociale che in questo periodo
contraddistinguono la comunità. Due facce
della stessa medaglia. Due tratti distintivi
del tessuto sociale cittadino. Due aspetti
che per quanto possano sembrare uno
l’opposto dell’altro, in realtà, nella
sostanza sono la stessa cosa. Si intrecciano
e cambiano il volto del paese. Attualmente,
a Miglionico risiedono 33 immigrati.
Inizialmente erano 20. Dallo scorso mese di
luglio se ne sono aggiunti altri 13. Abitano
in alcune case del rione Torchiano. Fanno
parte della procedura negoziata attivata
dalla Prefettura di Matera nell’ambito del
progetto nazionale riguardante
“l’affidamento del servizio di accoglienza a
favore dei cittadini stranieri”
temporaneamente presenti sul territorio del
Materano. Si tratta di giovani di età
compresa tra i 18 e i 35 anni. Provengono
per lo più dall’Africa: dalla Nigeria, dal
Mali, dalla Costa d’Avorio e dal Senegal. La
comunità fa il possibile per agevolare il
loro processo d’integrazione all’interno del
paese. Da alcuni mesi, ad esempio, la locale
sezione della Pro Loco ha istituito per loro
un corso gratuito di alfabetizzazione
linguistica per agevolarne al massimo la
conoscenza della lingua italiana e del
dialetto miglionichese. Si tratta di
profughi: guardano al futuro. Cercano un
futuro migliore. Una vita qualitativamente
più alta ed appagante. Libera dalla
schiavitù del bisogno e della povertà. “Sono
nostri fratelli”, per dirla con Papa
Francesco. Cercano una prospettiva di vita
diversa da quella attuale. In fondo, è la
stessa aspettativa che anima i ragazzi
miglionichesi che in questi stessi giorni
stanno facendo la valigia e vanno via dal
loro paese natio: si trasferiscono nelle
città italiane del Centro-Nord o all’estero
per motivi di studio o di lavoro. Perseguono
l’obiettivo di affermarsi, cercano una
formazione di maggiore qualità, sono alla
ricerca di un mercato del lavoro più ricco e
più confacente alle loro aspettative di
vita. Intanto, però, il paese si impoverisce
di risorse intellettuali. E ci si interroga
sul che fare per mantenere produttivamente
in paese sia i ragazzi stranieri immigrati
sia i giovani disoccupati miglionichesi.
Giacomo Amati |