MIGLIONICO.
Tempo scaduto per l’artigianato. In paese,
ormai, è in via di estinzione. Di questa
nobile attività lavorativa, una vera e
propria arte, che produceva oggetti utili e
decorativi completamente a mano e con
l’ausilio di semplici attrezzi, resta solo
il ricordo e la testimonianza degli anziani.
Adesso si privilegia la fabbricazione in
serie dei prodotti. In particolare, nella
comunità miglionichese è completamente
sparita la suggestiva bottega del calzolaio.
E, per riparare scarpe ed accessori quali
borse, cinture e altro abbigliamento in
pelle, bisogna recarsi a Matera, ove la
bottega è stata sostituita dal laboratorio.
Quali le cause che hanno determinato la
scomparsa dell’artigianato? Ebbene, le
ragioni sono riconducibili al mutato quadro
economico e sociale della vita d’oggi. Il
lavoro artigianale è ritenuto poco
redditizio dal punto di vista economico. E
ciò ha portato a uno scenario sociale privo
di maestri-artigiani. Di conseguenza,
mancando i maestri non ci sono neppure gli
apprendisti. Da qui l’inesorabile declino di
un’attività lavorativa che, per alcuni
decenni, a partire dagli anni del
dopoguerra, ha rappresentato una preziosa
risorsa economica per tanti nuclei
familiari. Negli anni Cinquanta e Sessanta,
in particolare, in paese era tenuta in
grande considerazione la figura del
calzolaio che veniva distinta da quella del
ciabattino: mentre il calzolaio creava
modelli e fabbricava scarpe, il ciabattino
veniva considerato un artigiano più umile,
addetto alla semplice riparazione delle
scarpe usate. Il maestro-calzolaio, ad
esempio, riusciva a realizzare un paio di
scarpe in una sola giornata. Resta da
precisare che il lavoro del calzolaio, fino
agli anni Settanta, era l’attività
lavorativa maggiormente praticata in paese:
contava un congruo numero di artigiani che
la esercitava, superando tutte le altre,
anche quella svolta dal muratore. Giacomo
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