MIGLIONICO.
“Quando si smette di essere giovani? E
quando si diventa vecchi? L’età di una
persona appare sempre più relativa. Moda e
cosmesi possono renderla indecifrabile; il
progresso medico cerca di rallentarla; il
mercato del lavoro finge di ignorarla. Ma
alcune certezze rimangono. Vediamo quali”.
Più di quindici, meno di trenta. Questa è la
fascia d’età in cui si è giovani secondo
“Eurostat, l’ufficio statistico dell’Ue
(Unione europea). Prima si è bambini e
ragazzi. Dopo si viene classificati come
adulti. La giovinezza finisce a 35 anni. La
bellezza, diceva Shakespeare, dipende dagli
occhi di chi guarda. “Oggi -scrive Maurizio
Ferrara su Sette, settimanale del Corriere
della Sera, n. 27 del 6/luglio/ 2017 – è
così anche per l’età: una questione di
percezioni e sensazioni. Abiti e cosmetici
possono rendere il nostro aspetto9
indecifrabile dal punto di vista anagrafico.
Il progresso medico ha rallentato
l’invecchiamento biologico”. Secondo i
sociologi, la giovinezza ha due tratti
distintivi. Primo, il desiderio di
sperimentare, di mettersi in gioco, di
costruire la propria identità. Secondo, c’è
poi la graduale assunzione di
responsabilità: si inizia a lavorare e a
guadagnare, ad avere relazioni stabili di
coppia e arrivano i figli. Due processi per
loro natura fluidi e spesso conflittuali.
Affermare se stessi significa opporsi ai
genitori. L’età di 65 anni rappresenta la
soglia convenzionale dell’età anziana. In
Italia, oggi, ci sono 17 mila centenari,
cittadini che hanno superato il secolo.
Nell’anno 1922, erano appena 51. Si calcola
che fra 30 anni, i centenari saranno 157
mila. Giacomo Amati |