MIGLIONICO.
Il talento poetico di Nunzia Dimarsico
continua a suscitare apprezzamenti ed
ammirazione in vari contesti culturali e
letterari sia del Materano che in ambito
nazionale. Nei giorni scorsi, infatti, alla
poetessa miglionichese (52 anni) sono stati
assegnati due prestigiosi riconoscimenti: il
diploma di merito per la raccolta di alcune
sue poesie, denominata “Flebili lamenti” e
la “Menzione speciale” per la poesia,
“Giovane oblio”. Il primo le è stato
attribuito nell’ambito del concorso
nazionale di poesia, “Albero Andronico”, la
cui cerimonia di premiazione s’è svolta a
Roma, in Campidoglio, nella sala
“Protomoteca”. Il secondo, invece, l’ha
ricevuto dall’associazione culturale,
“Matera Poesia 1995”, nell’ambito della
quinta edizione del concorso
artistico-letterario, “Una cartolina da
Matera”. Quest’ultima manifestazione
culturale s’è svolta a Matera, nella sala
degli “Stemmi” della “Curia arcivescovile”
materana. In particolare, al centro della
lirica, “Giovane oblio”, unica strofa, 17
versi, ci sono le emozioni che scaturiscono
dal ricordo di un amore. La poesia è una
sorta di sintesi di due anime della
poetessa: l’amore e il ricordo. Il cuore
della poetessa è volto alla dimensione
dell’amore immenso, affinchè diventi un
“abbraccio vincente”. E’ una sfida alla
malinconia. In pratica, in questi versi, la
talentuosa poetessa miglionichese lancia un
messaggio a chi si sente abbandonato e lo
esorta a superare lo sconforto anche con
l’aiuto di una “timida vela” che simboleggia
un’àncora di salvezza, ovvero “qualcuno che
ti trascina fuori dalle burrasche della
stessa vita”, spiega la poetessa. La poesia
è un canto di speranza: l’oblio rappresenta
la dimenticanza. Ma Dimarsico esorta il
lettore a non sentirsi solo, dimenticato e
abbandonato. Meraviglioso! Giacomo Amati
Giovane oblio
Io ti conobbi
quando il canto era un giovane oblio
e quando il fiato era un nomade oscuro
e conserverò quel ricordo
tra le sciarade del tempo sfumato!
Io ti ritrovai
nella penombra di un vuoto
e nell’allegoria di una sera
e divenisti rada dove sostare
nelle furie di un vento sottile
o nelle saghe dei silenzi fallaci.
Ed oggi ci sei come una timida vela
in un cammino distinto
e lungo il tempo complesso,
e a te mi lego… come un’ombra affiatata
per divenire un abbraccio vincente
a sfidare la malinconia di una mobile danza! |