MIGLIONICO.
“Nives e Romano, coppia record. I primi in cima a tutti gli
Ottomila”. L’Annapurna è la 14esima vetta. Nel 2009 lei smise
per assistere lui malato”. Sono 14 le montagne oltre gli
ottomila metri conquistate da Nives Meroi e dal marito Romano
Benet, scalatori italiani del Friuli. Fanno coppia nella vita e
nelle ascensioni sulle cime più impegnative del mondo. “Ci sono
tanti modi per realizzare un sogno d’amore – scrive Franco
Brevini sul Corriere della Sera del 12 maggio 2017 – quello
scelto da Nives Meroi e Romano Benet non è tra i più agevoli:
raggiungere la vetta di tutti i 14 ottomila del pianeta. Ma ieri
(11 maggio 2017) alle nove del mattino ce l’hanno fatta,
calcando gli 8.091 metri dell’Annapurna (Cina). La coppia
friulana è la prima al mando ad avere conquistato tutti i 14
giganti della terra. I due scalatori di Tarvisio iniziarono nel
1994. Nel 2008, durante la salita al Kanghchenjunga, la terza
cima più alta del pianeta, Benet si sente male. Sono le
avvisaglie del male che scoprirà al ritorno in Italia. “Propone
alla moglie di raggiungere la cima da sola, ma lei è
inflessibile: in quel momento marito e compagno di cordata si
fondono in un unico impegno di solidarietà e condivisione. Nives
gli resterà accanto nella lotta contro l’aplasia midollare, che
richiederà due trapianti di midollo osseo, e per due anni la
montagna cede il passo alla Clinica ematologica del Policlinico
universitario di Udine. Il ritorno alla montagna dopo la
malattia di Romano è premiato nel 2014 dalla conquista del
dodicesimo ottomila, il Kanghchenjunga, con Romano che era anche
reduce da un intervento chirurgico per l’applicazione di una
protesi all’anca”. La vetta del Makalu sarebbe caduta nel 2016.
Ne restava solo una, l’Annapurna, su cui la coppia dell’aria
rarefatta ha piantato la piccozza ieri mattina. La vittoria che
consegna Nives e Romano alla storia dell’alpinismo. “Le loro
ascensioni sono state condotte senza portatori in quota, senza
ricorso all’ossigeno, senza supporto di campi fissi. La coppia
ha dimostrato che tutti gli ostacoli si possono superare, nella
buona e nella cattiva sorte, stringendo quel nodo di cui la
cordata è l’emblema”. Giacomo Amati |