MIGLIONICO. Addio a
Giambattista Musillo, protagonista di spicco, negli anni
Settanta, del locale movimento studentesco e culturale.
Giambattista se n’è andato ieri mattina (lunedì 24 aprile 2017),
a 64 anni (ne avrebbe compiuti 65 il prossimo 18 agosto). E’
volato in cielo. Con discrezione, col garbo e la riservatezza
con cui ha sempre vissuto. Giambattista (Tittiell’ per gli
amici, il figlio di Giovanni l’ farmacist’) è morto all’ospedale
“San Matteo” di Pavia, dopo che per alcuni mesi era stato
ricoverato nell’ospedale “San Raffaele” di Milano, a seguito di
un improvviso malore (ictus celebrale) che l’aveva colpito nella
mattinata del 19 ottobre 2016, mentre era intento a lavorare nel
suo ufficio del Catasto di Milano. Per sei mesi, per tutto il
periodo del suo ricovero in ospedale, benchè in stato di
incoscienza, è sempre stato amorevolmente assistito dalle
sorelle Antonietta, Lucia, dal cognato Michele e dai nipoti. Il
suo cuore generoso ha cessato di battere intorno alle ore 12 di
lunedì scorso, senza aver mai ripreso conoscenza dopo il malore
che lo aveva colpito, a pochi mesi dal pensionamento.
Appassionato di letteratura, amava i classici latini e
prediligeva i romanzi e la poesia. Chi scrive ha avuto il
piacere di condividerne gli anni dell’adolescenza: prima tra i
banchi della scuola media di Miglionico e poi tra quelli
dell’istituto Magistrale “T. Stigliani” di Matera. Alla maturità
magistrale (luglio1970) seguirono gli anni degli studi
universitari a Bari, entrambi studenti pendolari. E, insieme a
tanti altri amici, a Miglionico, cominciava anche la bella
esperienza nella redazione del mitico periodico culturale “7M”:
Giambattista, per un certo periodo, ne assunse anche la
direzione. Furono anni di intenso fervore culturale. Poi, le
nostre strade si divisero: per motivi di lavoro, Giambattista,
verso la fine degli anni Settanta, si trasferì a Milano, ove
vinse il concorso quale impiegato del Catasto. Quando tornava a
Miglionico, per trascorrervi alcuni giorni di ferie, preferiva
godersi l’affetto dei suoi familiari e, nel periodo estivo, si
recava spesso sulla spiaggia di Ginosa che aveva imparato ad
amare sin da bambino. Oggi, con l’amarezza nel cuore e gli occhi
pieni di lacrime, me lo immagino in cielo, tra i banchi di una
“sala biblioteca”, intento a leggere i suoi amati libri, per
assecondare la sua vocazione di studioso. Addio, amato amico di
studi. Addio, amico galantuomo. Giacomo
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