MIGLIONICO.
Luca Tommassini, 47 anni, romano, è diventato il ballerino più
pagato del mondo. E’ ballerino, coreografo e direttore
artistico: ha lavorato con i più grandi artisti del mondo. E’
nato in un quartiere di Roma, Pineta Sacchetti – scrive Chiara
Maffioletti sul Corriere della Sera – dove nessuno sognava.
Tutti si accontentavano di un destino già scritto. Viveva in un
appartamento di 50 metri e dormiva su un divano con sua sorella.
Ero lì – dice – ma sognavo di vivere in un castello. Quando
camminavo sentivo la musica, mi immaginavo in un musical. Sul
balcone avevamo un’unica pianta di gerani, malconcia. Eppure
quando sbocciava mi sembrava di essere in un prato fiorito”. La
prima volta in cui la realtà è sembrata avvicinarsi un po’ ai
suoi desideri è stata quando ha aperto una scuola di ballo. “Un
regalo dal cielo: “Mia madre, che è sempre stata la mia
complice, mi ha iscritto subito, all’insaputa di mio padre.
Avevo 9 anni. Lei, ballerina mancata, andava a fare le pulizie
per pagarmi le lezioni. Mi ha sempre protetto”. Sono stati anni
difficili, ma carichi di speranza: tormentato dai bulli,
Tommassini non si è mai avvilito perché, per la prima volta, in
quella scuola aveva conosciuto degli altri sognatori, i suoi
insegnanti. Quando veniva insultato, picchiato per strada perché
“diverso”, reagiva chiedendo alla madre di vestirlo ancora più
strano. “A 12 anni l’ho convinta a farmi la permanente perché il
mio idolo era Michael Jackson. Io e mia madre camminavamo sempre
mano nella mano. E anche se me ne sono andato via da casa, è
come se non abbia lasciato mai la sua mano: su ogni palco dove
ho ballato eravamo in due. Mio padre, invece, non mi ha mai
sostenuto. Si vergognava di me, si vergognava anche del fatto
che avessi la esse moscia. Mi dava dei soldi solo se riuscivo a
pronunciarla bene, per questo stavo zitto”. Un ragazzino che non
aveva una camera e nemmeno un letto, ma che vedeva suo papà
girare in Ferrari. “E’ sempre uscito, ogni sera della nostra
vita: non ha mai cenato con noi, fino a quando non ci ha
abbandonati per andare a vivere con la sua storica amante. Ma
avevo già imparato a convivere con la sua assenza. Vengo dal
niente – dice – e ho conquistato una grande ricchezza. Ma non
sono affezionato agli oggetti: conta come sto dentro”. Durante
l’adolescenza mi insultavano tutti, anche mia cugina mi urlava
alle spalle “frocio”. Ma non ho mai abbassato lo sguardo. Oggi
Tommassini è diventato il più bravo ballerino del mondo,
richiesto anche dal suo mito, Michael Jackson, di cui è
diventato amico per la pelle. I figli? “Vorrei averne: stanno
bene dove c’è amore”. Crede in Dio? “Sì, penso sia il direttore
artistico più grande di tutti”. Giacomo
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