MIGLIONICO.
Milano, record di donne che lavorano e conquistano le nuove
professioni. Gli ultimi dati Istat sugli incrementi di
occupazione dicono che è in aumento il numero delle donne che
lavorano. “L’avanzata rosa- scrive Dario Di Vico sul Corriere
della Sera – non si limita ai lavori a tradizionale vocazione
femminile, ma invade la fascia alta. Sono in aumento le donne
che esercitano professioni altamente qualificate, mentre gli
uomini stravincono tra gli imprenditori e nelle professioni
tecniche”. Dove si sono fatte strada le milanesi? Sono
funzionarie di banca ed analiste finanziarie, agenti
assicurative e di Borsa, scrittrici e giornaliste, interpreti e
traduttrici, avvocate e magistrati, specialiste delle risorse
umane e dirigenti delle agenzie del lavoro, professioniste della
moda, eccetera. Ecco l’identikit: le milanesi che lavorano si
dividono in tre gruppi: più di un terzo (il 36%) sono delle
professionals; la platea più numerosa (47%) è composta da
diplomate 50enni che svolgono un lavoro impiegatizio o tecnico;
il rimanente 18% viene definito “unskilled”, donne in buona
parte in età matura, spesso straniere, che svolgono lavori non
qualificati nei servizi alla persona, nelle imprese di pulizia e
nella grande distribuzione. Il part-time rimane femminile (35%
contro 15% dei maschi). E’ il tramonto del maschio che portava
lo stipendio, fulcro del vecchio mercato del lavoro. Milano
comincia ad avere tassi di occupazione europea grazie anche alle
partite Iva al femminile e mostra una propensione per il lavoro
indipendente di fascia alta. Resta, comunque, lo zoccolo duro
della presenza femminile nelle attività di cura alla persona,
sanitarie e insegnamento. Giacomo Amati |