MIGLIONICO.
Verso la “Giornata della memoria”. La segretaria di Goebbels si
confessa in un documentario choc. Brunhilde Pomsel (oggi 106
anni) si è raccontata in “A German Life”. “Era così gentile,
così elegante. Un gentiluomo, che di nome faceva Josep Goebbels
(1897-1945), il ministro per la propaganda del nazismo, il
numero 2, dopo Hitler nella Germania nazista, del Terzo Reich,
dal 1933 al 1945. Ma per Brunhilde Pomsel – scrive Giuseppina
Manin sul Corriere della Sera, venerdì 20 gennaio 2017 - lui
era solo il suo capo: un bell’uomo, un po’ vanesio. Dal 1942 al
1945 al suo fianco, pronta ad eseguire ogni ordine, mai sfiorata
dal dubbio se quel che faceva fosse giusto o no”. “Era un lavoro
come un altro – continua Pomsel – di quel che accadeva dietro la
porta non sapevo nulla”. Lei era stata cresciuta alla prussiana:
“Obbedire, mentire, imbrogliare”. Al ministero di Goebbels ogni
giorno si spedivano nei campi di concentramento ebrei, gay e
ribelli. Quando Goebbels si scatenava dal palco incitando alla
“guerra totale” anche lei restava sgomenta: da persona civile si
trasformava in un nano delirante. Pomsel seguì Goebbels fino
alla fine anche nel bunker di Hitler. “Era la fine – racconta –
si beveva per stordirsi. Poi i suicidi: il Fuhrer, Goebbels e la
moglie, dopo aver avvelenato i bambini”. Lei, Pomsel, se la cava
con 5 anni di prigionia in Russia. Poi torna in Germania, si
sposa. “Nessun senso di colpa. Se sono colpevole io lo è anche
il popolo tedesco”. Nella sua casa in Baviera ha appena compiuto
106 anni. Giacomo Amati |