Giacomo Amati

GIACOMO AMATI

18.01.2017

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MIGLIONICO
Non c'è cattedra, la professoressa fa la bidella

MIGLIONICO. Non c’è cattedra, la prof. fa la bidella. “E ora gli studenti mi ammirano”. Francesca Capecce, 34 anni, di Termoli, promossa al concorsone, spazza e lava i piatti: mi serve lo stipendio. E’ una “idonea fantasma” che ha accettato di fare la collaboratrice scolastica. I cosiddetti “idonei fantasma” sono i docenti che hanno superato scritti orali dell’ultimo concorsone per l’insegnamento, ma non hanno una cattedra. “Il bando ministeriale prevede che se c’è bisogno di coprire più cattedre, - oltre a quelle già previste – scrive Valentina Santarpia sul Corriere della Sera del 17 gennaio 2017 – si possa attingere dalla graduatoria degli abilitati solo per un 10% dei posti. Così in classe spesso entrano supplenti, a volte bocciati, anziché i vincitori di concorso”. Insegnante per professione, bidella per necessità. “Per me è frustrante – dice Francesca – ma il lavoro è lavoro: e se 900 euro non sono 1.300 dell’impiego da docente, sono comunque un’entrata. Ho una figlia di cinque anni, non mi posso permettere di stare a casa. Dal 2006 ho insegnato come supplente in varie scuole, con incarichi sempre annuali o sostituzioni di maternità. Nel 2014 ho preso l’abilitazione con il Pas (percorsi abilitanti speciali) sperando mi desse qualche punteggio in più, ma non arrivava niente. Quando, poi, mi hanno chiamata dalla graduatoria di terza fascia degli Ata (Amministrativi, tecnici, ausiliari), ho accettato. E l’anno scorso mi è capitato di lavorare come bidella in un istituto scolastico alberghiero, ove avevo insegnato l’anno prima. Gli alunni continuavano a chiamarmi professoressa anche se lavavo i piatti nel laboratorio di cucina, invece di stare in cattedra. Mi hanno detto che ho insegnato loro il senso del dovere e del sacrificio”. Adesso, chi fa le supplenze? “Per lo più precari che sono stati bocciati al concorso – dice Francesca – io che l’ho superato valgo meno di loro. Tutti i concorsi pubblici danno un valore all’idoneità, questo è l’unico che ci considera dei fantasmi. Non ha senso”. Giacomo Amati

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