MIGLIONICO.
Non c’è cattedra, la prof. fa la bidella. “E ora gli studenti mi
ammirano”. Francesca Capecce, 34 anni, di Termoli, promossa al
concorsone, spazza e lava i piatti: mi serve lo stipendio. E’
una “idonea fantasma” che ha accettato di fare la collaboratrice
scolastica. I cosiddetti “idonei fantasma” sono i docenti che
hanno superato scritti orali dell’ultimo concorsone per
l’insegnamento, ma non hanno una cattedra. “Il bando
ministeriale prevede che se c’è bisogno di coprire più cattedre,
- oltre a quelle già previste – scrive Valentina Santarpia sul
Corriere della Sera del 17 gennaio 2017 – si possa attingere
dalla graduatoria degli abilitati solo per un 10% dei posti.
Così in classe spesso entrano supplenti, a volte bocciati,
anziché i vincitori di concorso”. Insegnante per professione,
bidella per necessità. “Per me è frustrante – dice Francesca –
ma il lavoro è lavoro: e se 900 euro non sono 1.300 dell’impiego
da docente, sono comunque un’entrata. Ho una figlia di cinque
anni, non mi posso permettere di stare a casa. Dal 2006 ho
insegnato come supplente in varie scuole, con incarichi sempre
annuali o sostituzioni di maternità. Nel 2014 ho preso
l’abilitazione con il Pas (percorsi abilitanti speciali)
sperando mi desse qualche punteggio in più, ma non arrivava
niente. Quando, poi, mi hanno chiamata dalla graduatoria di
terza fascia degli Ata (Amministrativi, tecnici, ausiliari), ho
accettato. E l’anno scorso mi è capitato di lavorare come
bidella in un istituto scolastico alberghiero, ove avevo
insegnato l’anno prima. Gli alunni continuavano a chiamarmi
professoressa anche se lavavo i piatti nel laboratorio di
cucina, invece di stare in cattedra. Mi hanno detto che ho
insegnato loro il senso del dovere e del sacrificio”. Adesso,
chi fa le supplenze? “Per lo più precari che sono stati bocciati
al concorso – dice Francesca – io che l’ho superato valgo meno
di loro. Tutti i concorsi pubblici danno un valore all’idoneità,
questo è l’unico che ci considera dei fantasmi. Non ha senso”.
Giacomo Amati |