MIGLIONICO.
“Cervelli in fuga tornano a casa per coltivare la terra”.
Pistacchi, melograni, canapa, zafferano, rafano e olio.
Un’agricoltura nuova, fra tradizione e innovazione. Molti dei
protagonisti sono giovani che sono andati via dalla Basilicata
per studiare o lavorare e hanno trovato il modo per tornare.
(Fonte La Gazzetta Del Mezzogiorno del 4 dicembre 2016). “Un
ingegnere civile, Nicola D’Onofrio, 30 anni, di Pisticci,
una cooperativa e un gruppo di ragazzi che non vuole rassegnarsi
– scrive Piero Miolla – In Basilicata si torna a coltivare la
terra, magari sperimentando nuove culture”. L’ing. pisticcese
D’Onofrio ha impiantato il pistacchio di Bronte in contrada “Malabocca”,
tra Montalbano Jonico e Craco: 650 piante di pistacchi di Bronte
distribuite su due ettari di terreno; a Salandra, invece, una
cooperativa ha puntato sui melograni; a Montemurro, poi, un
gruppo di giovani, non solo lucani, ha intuito che lo zafferano
e il rafano possono essere le colture del futuro, tali da
portare loro anche un reddito. I pistacchi sono stati impiantati
anche a San Mauro Forte, dove sono arrivati pure i melograni,
presenti, del resto anche a Bernalda. A Oppido Lucano è stata
creata una piantagione di canapa. In Basilicata, quindi, si
torna a coltivare la terra. Del resto, la nostra regione ha una
spiccata vocazione agricola. Poi, i provvedimenti legislativi a
livello europeo, nazionale e regionale offrono degli incentivi
economici a chi torna a coltivare la terra e a produrre. Il
ritorno all’agricoltura, allora, potrebbe essere la via maestra
per uscire dal tunnel della crisi, finanche dalla cosiddetta
“fuga dei cervelli”. Giacomo Amati |