MIGLIONICO.
Pochi minuti fa ho letto su “Miglionicoweb”
che a Matera, martedì, 29 novembre 2016, alle 18,30,
nella sala “Carlo Levi” di Palazzo Lanfranchi, a cura del
comitato materano “Danta Alighieri”, si svolgerà una serata
commemorativa per ricordare la figura umana e professionale del
prof. Mariano Montemurro, indimenticato docente di
Italiano e Latino presso il Liceo Classico “E. Duni” di Matera,
in occasione del decimo anniversario della sua scomparsa. Si
tratta di una pregevole iniziativa che rende omaggio a un
protagonista di spicco della cultura miglionichese. Un leader
silenzioso, testimone di molteplici valori, tra cui, spiccavano
quelli della conoscenza, dell’umiltà e della saggezza. Ebbi il
piacere e l’onore di conoscerlo a cavallo tra gli anni Sessanta
e Settanta, quale presidente del mitico circolo culturale “7M” e
redattore dell’omonimo periodico culturale. Per tanti di noi,
oggi sessantenni, allora adolescenti, il prof. Montemurro era un
autentico punto di riferimento che si distingueva come uomo di
vasta cultura, dotato di una grande dote, quella dell’umiltà.
Era appassionato di sport e, in modo particolare, di ciclismo.
Ricordo le corse “alla buona” che, soprattutto di domenica,
organizzava lungo il percorso “Miglionico-Grottole” e ritorno,
unitamente a Tommaso Simonetti, il suo “braccio destro” che,
però, non disdegnava di accusarlo di vincere le corse, perché, a
quei tempi, era l’unico ad essere dotato di una vera e propria
bicicletta da corsa, mi sembra che si chiamasse “Magnani”.
Ricordo che un altro tratto distintivo della sua personalità era
costituito dalla sua “indipendenza” sotto il profilo politico.
Era dotato di una grande passione civile, ma disdegnava le
tessere di partito. Amava la poesia, la narrativa, gli studi
letterari e filosofici, oltre a quelli degli autori latini. In
letteratura italiana, il suo autore preferito era il poeta e
scrittore Pier Paolo Pasolini. Lui stesso era poeta: ogni tanto,
quando ci portava a casa sua, nell’abitazione miglionichese di
piazza Popolo, ce ne leggeva qualcuna. In paese divenne famoso
ed entrò nel cuore dei miglionichesi come presentatore del gioco
“Rischiapoco”, da lui ideato, e che ogni sabato sera, per un
paio di anni, condusse nella sede del circolo culturale,
suscitando interesse ed entusiasmo all’interno della comunità,
cui ha lasciato in eredità tanta sensibilità culturale e garbo.
Giacomo Amati |