MIGLIONICO.
“Il vero uomo di governo non è fatto per mirare al proprio
utile, ma a quello del cittadino, di tutti i cittadini”. Prendo
in prestito questa riflessione di Platone, famoso filosofo
greco, per fare due considerazioni in risposta all’articolo
scritto da “Tonino di Torre di Fino” (Vincenzo Dambrosio),
pubblicato su “Miglionicoweb”, col titolo “Referendum
costituzionale del 4 dicembre 2016”.E’ un articolo che ho letto
con interesse ed attenzione: è per il “No”. La motivazione
addotta dall’amico Tonino per sostenerne la causa si fonda
essenzialmente sulla seguente affermazione: “Se la riforma fosse
approvata, le Regioni e gli Enti locali avranno meno poteri”.
Ebbene, si tratta di una dichiarazione incompleta perché
Vincenzo dimentica di dire che la riforma introduce la
cosiddetta “clausola di salvaguardia”, che permetterà allo Stato
di intervenire con proprie leggi anche nelle materie di
competenza regionale, al fine di salvaguardare il principio
dell’unità e degli interessi nazionali. Mi permetto di
richiamare l’attenzione del lettore su quest’ultima frase: “Per
salvaguardare il principio dell’unità e degli interessi
nazionali”. Senza considerare, inoltre, che il nuovo Senato, che
rappresenterà le autonomie, potrà esprimere il proprio parere in
merito. Conclusione: l’articolo scritto da Dambrosio finisce col
rivendicare, magari senza volerlo, il primato dei campanilismi.
Ma oggi può avere ancora un senso sostenere le ragioni che ci
dividono? Siamo prima lucani o italiani? Mi dispiace osservare
come nel testo dell’amico Vincenzo sia assente il senso dello
Stato, ovvero la consapevolezza che esistono dei valori, delle
idee, degli interessi che vanno oltre i localismi; che non si
riconoscono negli interessi di una parte, ma in quelli della
totalità delle persone: soltanto sulla condivisione delle idee
generali si fonda la società civile.
Giacomo Amati |