Giacomo Amati

GIACOMO AMATI

10.11.2016

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MIGLIONICO
Molti ragazzi si ritirano dalla società

MIGLIONICO. In centomila chiusi nelle loro stanze. Ragazzi che si ritirano dalla società. Sono i più fragili tra chi non studia né lavora: i più esposti sono i maschi, educati alla regola del successo. (Fonte Corriere della Sera del 7 novembre 2016). “Ritiro sociale è un’espressione ancora poco nota. La utilizzano psicologi e operatori delle Onlus per definire i comportamenti del segmento più fragile dei giovani – scrive Dario Di Vico –che non studiano e non lavorano. Per avere un’immagine immediata di cosa significhi il ritiro sociale si può pensare a un ragazzo barricato nella sua cameretta con le tapparelle abbassate, il computer sempre acceso, musica e libri, il cibo consumato lì in una segregazione auto-imposta. Riguarda per lo più maschi primogeniti e il primo sintomo è la rinuncia a frequentare la scuola. Motivo: la pressione della società che chiede una competizione alla quale il giovane risponde negandosi”. Il fenomeno è conosciuto anche con l’espressione “il corpo in una stanza”. Si tratta di “ragazzi-fantasma” che hanno alle loro spalle iter scolastici accidentati. E il genitore maschio di fronte al ritiro sociale del figlio si scopre impotente e cede spesso alla tentazione di squalificarlo. “Lo considera un fannullone, un incapace, un disfunzionale”. Sono ragazzi senza fiducia in se stessi e nelle istituzioni. La colpa? Secondo la psicologa Katia Provantini andrebbe ricercata, sebbene in parte, nel comportamento dei genitori che spesso fanno credere al figlio di essere un genio. Ma il “mancato riconoscimento sociale e l’eclissi del mito del talento alimentano senso di sfiducia e disprezzo per un sistema che non li accoglie. Molti giovani di oggi crescono nel rinforzo narcisistico di essere persone di talento. Ma, poi, quando la collettività non restituisce loro quell’immagine ideale, si apre la frattura”. Giacomo Amati

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